In Spagna è emergenza sfratti: 50 mila in più solo nel 2013

In Spagna è emergenza sfratti: 50 mila in più solo nel 2013

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Con­ti­nua a san­gui­nare una delle pia­ghe più dolo­rose della crisi Spa­gnola, quella degli sfratti: un vero e pro­prio allarme sociale che, unito all’aumento della povertà e all’incontenibile tasso di disoc­cu­pa­zione, ha let­te­ral­mente get­tato sul lastrico nume­rose fami­glie ibe­ri­che. Ad inver­tire la ten­denza dei desa­hu­cios non sono bastate né le nume­rose mani­fe­sta­zioni di que­sti anni né l’attenzione media­tica gene­rata dalla tenace atti­vità della Piat­ta­forma con­tro gli sfratti (Pah), che dopo cin­que anni di lotta è ormai uno dei col­let­tivi sociali più apprez­zati e con­so­li­dati del paese.

Secondo uno stu­dio pub­bli­cato ieri dal Banco de España, infatti, il nume­rodi case tor­nate alle ban­che per ina­dem­pi­menti nel paga­mento del mutuo è aumen­tato: nel 2013 – anno a cui si rife­ri­sce lo stu­dio, ela­bo­rato sui dati for­niti dalle stesse entità di cre­dito – sono stati ese­guiti quasi 50.000 sfratti in più (un incre­mento del 10%) rispetto al 2012. Resta quasi inva­riato, invece, il numero degli sfratti riguar­danti le prime case: un trascurabile-0,23% che indica ine­so­ra­bil­mente la cro­ni­cità del pro­blema e l’inefficacia delle rispo­ste adot­tate dal governo. Non ha fun­zio­nato, per esem­pio, il Código de bue­na­sprác­ti­cas, il ten­ta­tivo più con­creto eppure dra­sti­ca­mente ina­de­guato finora pro­po­sto dal governo del Par­tido popu­lar (Pp) per argi­nare l’emergenza.

Si tratta un pac­chetto di diret­tive e linee guida non vin­co­lanti sti­late nel 2012 e indi­riz­zate alle entità ban­ca­rie, le quali, com’era pre­ve­di­bile, hanno con­ti­nuato a pri­vi­le­giare i loro inte­ressi lasciando lasbue­na­sprác­ti­cas solo sulla carta.Quasi sem­pre, almeno, per­ché aumenta (+34% ed è un dato posi­tivo che riflette una delle diret­tive sug­ge­rite dal pacchetto,anche se scende al 26% sulle prime case) il numero dei debiti estinti mediante dac­ción en pago, cioè con la resti­tu­zione dell’immobile alla banca. Una pra­tica tutt’altro che comune in Spa­gna, dove una legge del 1909 con­sente alle ban­che di recla­mare la dif­fe­renza tra il prezzo di ven­dita all’asta dell’immobile e l’entità del mutuo erogato.

Un cir­colo vizioso che in molti casi lascia intere fami­glie senza casa e con debiti di decine di migliaia di euro gra­vati peral­tro da inte­ressi altissimi.Per spez­zarlo, però, baste­rebbe poco: una legge – già pro­po­sta dalla Pah e respinta dal Pp — che impo­nesse la dac­ción en pago, anzi­ché affi­darla alla buona volontà delle ban­che. Per ora, tuttavia,il Ppnon sem­bra voler con­ce­dere aper­tu­re­sulla que­stione e la cosa non stu­pi­sce, con­si­de­rando che il governo di Rajoy si è sem­pre dimo­strato restioad opporsi agli inte­ressi del sistemabancario.

La Pah, ad ogni modo, è di nuovo sul piede di guerra: nei pros­simi giorni, fino alla data delle ele­zioni euro­pee, sono pre­vi­ste mani­fe­sta­zioni ed escra­ches per pro­te­stare con­tro il mes­sag­gio di ripresa dif­fuso dal governo e “per por­tare la realtà degli sfratti nella cam­pa­gna elettorale”.


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