Miseria Ladra, un po’ di dignità per i senza fissa dimora

Miseria Ladra, un po’ di dignità per i senza fissa dimora

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10 dicem­bre gior­nata mon­diale dei diritti umani. Nel calen­da­rio della sto­ria un pas­sag­gio fon­da­men­tale. Si affer­mano i diritti come stru­mento per defi­nire il nostro essere «umani». Fuori dalla cul­tura dei diritti non c’è uma­nità. Uma­nità con­tro disu­ma­nità per col­mare la nostra non com­ple­tezza davanti alla sto­ria. Dignità come prin­ci­pale lascito del costi­tu­zio­na­li­smo del 2° dopo­guerra per costruire quell’uomo nuovo tanto atteso. Dignità come base per costruire la società e l’idea di civiltà.

Ten­dere verso la pace per­pe­tua, que­sto ci impone la civiltà fon­data sui diritti. Per farlo con­cre­ta­mente abbiamo reso pre­scrit­ti­bile la dignità nella nostra Carta. È que­sto il lascito più grande del costi­tu­zio­na­li­smo del secondo dopo­guerra. Oggi davanti a 16 milioni di italiani/e in povertà, con 1 milione e 423 mila minori in povertà asso­luta, con la più alta per­cen­tuale di disper­sione sco­la­stica d’Europa (17,6%), con oltre 4 milioni di pre­cari e 3,4 milioni di disoc­cu­pati abbiamo la respon­sa­bi­lità di rimet­tere al cen­tro la sfida dei diritti come unica strada per risol­vere la crisi ini­ziata con l’aumento delle dise­gua­glianze ed esplosa con le poli­ti­che di auste­rity. O la fac­ciamo con que­sto sguardo o ci rimarrà uni­ca­mente quello torvo della sto­ria che si ripete sem­pre, quando non compresa.

Quali poli­ti­che sociali ed eco­no­mi­che sosten­gono i diritti umani e la dignità? Sicu­ra­mente non quelle attuali, visti i risul­tati, fon­date su una cul­tura che per sua natura stri­tola i diritti, lascia indie­tro i più deboli ed i meno sfac­ciati, fa leva sul dar­wi­ni­smo sociale e sul culto dell’ego per eser­ci­tare la sua ege­mo­nia cul­tu­rale sulla società. Poli­ti­che ispi­rate a una sorta di diritto natu­rale por­tato all’eccesso capace di pla­smare una costi­tu­zione mate­riale fon­data sulla legge del più forte e sul fami­li­smo amo­rale. Que­sta idea di civiltà legit­tima il taglio costante del wel­fare e dei diritti sociali, i mega inve­sti­menti in armi e sistemi di sicu­rezza, inu­tili e costo­sis­sime opere pre­sen­tate come grandi, nor­ma­tive che impe­di­scono inve­sti­menti diretti per lavoro e soste­ni­bi­lità ambien­tale, sino alle con­tro­ri­forme del work fare in cui i diritti non sono più aggan­ciati alla cit­ta­di­nanza ma al lavoro, per chi ce l’ha. È que­sto il ter­reno sul quale esplo­dono le con­trad­di­zioni che gene­rano le guerre tra poveri, favo­rendo mafie, cor­ru­zione e razzismo.

Davanti ad una crisi così grave e pro­fonda, in cui la povertà cul­tu­rale pre­cede quella mate­riale, abbiamo la respon­sa­bi­lità e il diritto di con­tri­buire con mag­gior forza e impe­gno alla difesa della dignità e del bene comune. Innan­zi­tutto sve­lando l’intreccio tra aumento della povertà, mafie, poli­ti­che di auste­rity e crisi della demo­cra­zia, pro­po­nendo allo stesso tempo la via d’uscita attra­verso poli­ti­che sociali ed eco­no­mi­che che rispon­dano alle esi­genze di una civiltà fon­data sui diritti.

Scon­fig­gere le mafie e la crisi è pos­si­bile se sapremo tutti rimet­tere al cen­tro l’impegno per la «dignità» degli esseri umani in ogni nostra sin­gola scelta e azione.

Oggi vediamo le peri­fe­rie e le zone popo­lari delle nostre città scon­volte dalla miscela incen­dia­ria di disin­te­resse, tagli ai ser­vizi, degrado urbano, disoc­cu­pa­zione. Un mix letale che ali­menta raz­zi­smo e rifiuto della cul­tura dei Diritti. Per que­sto motivo nella gior­nata mon­diale per i diritti umani chie­diamo al Governo di cam­biare verso alle poli­ti­che sociali inve­stendo sui diritti, non taglian­doli. Ma anche le ammi­ni­stra­zioni locali pos­sono fare azioni con­crete per con­tri­buire a far rina­scere una cul­tura dei diritti, magari par­tendo pro­prio dagli ultimi.

La cam­pa­gna Mise­ria Ladra ha inviato una let­tera a decine di sin­daci per chie­dere di garan­tire così come pre­vede la legge la resi­denza legale ai senza fissa dimora. Par­liamo di decine e decine di migliaia di esseri umani ai quali in molte città neghiamo ogni diritto. Chi è sprov­vi­sto di resi­denza non può otte­nere il rila­scio della carta d’identità o il rin­novo della patente, non può eser­ci­tare diritti poli­tici, diritti sociali, eco­no­mici, non può lavo­rare, non può per­ce­pire pre­sta­zioni pre­vi­den­ziali, non può rivol­gersi ai ser­vizi sociali. L’assenza di una resi­denza impe­di­sce di fatto il godi­mento del diritto alla salute, visto che nel nostro Paese le pre­sta­zioni sani­ta­rie sono ero­gate dalle Aziende Sani­ta­rie Locali e dai vari pre­sidi sani­tari dif­fusi sul ter­ri­to­rio nazio­nale in base alla resi­den­zia­lità degli utenti. Una per­sona senza dimora alla quale è stata negata la resi­denza non può iscri­versi al SSN e non ha un medico di base cui rivol­gersi per otte­nere la pre­scri­zione di un far­maco o di una visita spe­cia­li­stica. Una per­sona senza dimora tos­si­co­di­pen­dente o alco­li­sta sprov­vi­sta di resi­denza non può rivol­gersi ai Sert e usu­fruire dei trat­ta­menti di cura e ria­bi­li­ta­zione offerti a tutti gli altri cittadini.

Il diritto sog­get­tivo di ogni cit­ta­dino a chie­dere ed otte­nere la resi­denza è pre­vi­sto dalla nostra nor­ma­tiva alla Legge 24.12.1954 n. 1228, DPR 30.05.1989 n. 223 ed è stato rico­no­sciuto da nume­rose sen­tenze della Suprema Corte di Cas­sa­zione e dei Tri­bu­nali di merito. Il rico­no­sci­mento della resi­denza fit­ti­zia per que­ste per­sone rap­pre­senta, oltre che un diritto rico­no­sciuto, un prin­ci­pio di civiltà che molti sin­daci con­ti­nuano a negare. Una nega­zione della Dignità inac­cet­ta­bile che pro­duce quella disu­ma­niz­za­zione anti­ca­mera della barbarie.

Per que­sto oggi nella gior­nata mon­diale dei diritti umani e alla luce degli scan­dali che con­ti­nuano a svi­lire i diritti, chie­diamo ai sin­daci di isti­tuire nei loro Comuni, e sono tan­tis­simi che ancora non lo hanno fatto, la via fit­ti­zia al fine di con­sen­tire alle per­sone senza dimora di otte­nere la resi­denza come pre­scrive la legge ma soprat­tutto come sta­bi­li­sce la nostra idea di civiltà fon­data sulla dignità.

Noi sce­gliamo di pro­muo­vere, col­ti­vare e difen­dere la Terra di tutti e tutte, come anti­doto per far scom­pa­rire le terre di mezzo di qualcuno.

Cam­pa­gna Mise­ria Ladra
Libera/Gruppo Abele


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