Syriza scavalcata a destra nei son­daggi

Syriza scavalcata a destra nei son­daggi

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Quella che sem­bra pro­fi­larsi, in Gre­cia, è una lotta all’ultimo voto. Due son­daggi resi noti a ven­ti­quat­tro ore di distanza, danno un’immagine di estrema incer­tezza, con una sfida ancora tutta aperta.

Secondo la società demo­sco­pica Pulse, a Syriza va il 25,5% delle inten­zioni di voto, men­tre il cen­tro­de­stra di Nuova Demo­cra­zia è al 25%. Seguono, a grande distanza, i neo­na­zi­sti di Alba Dorata, con il 6%, e i socia­li­sti del Pasok, alleati del pic­colo par­tito Sini­stra Demo­cra­tica, con il 5,5%. Per la società demo­sco­pica Gpo, invece, sono i con­ser­va­tori di Nuova demo­cra­zia ad avere un leg­ge­ris­simo van­tag­gio, dello 0,3%. Il cen­tro­de­stra, quindi, sarebbe al 25,3%, il par­tito di Ale­xis Tsi­pras al 25%, Alba Dorata al 5,5% e il Pasok al 5,3%.

In tutti e due i casi Tsi­pras pre­vale sul rivale con­ser­va­tore Van­ghè­lis Mei­ma­rà­kis: il 36% del cam­pione sta­ti­stico della società Pulse è con­vinto che sia il più adatto a gover­nare, men­tre il 33% sce­glie Mei­ma­rà­kis. E anche nel son­dag­gio della Gpo, alla domanda «chi pen­sate che possa gestire meglio il memo­ran­dum fir­mato con i cre­di­tori?» il 28,8% indica Tsi­pras, men­tre il pre­si­dente di Nuova demo­cra­zia si ferma al 27,1%.
Un terzo son­dag­gio, poi, della società Mrb, dà i due mag­giori par­titi in asso­luta parità, con il 25,1% delle inten­zioni di voto.

È chiaro che in que­ste due set­ti­mane di cam­pa­gna elet­to­rale, prima che si torni alle urne, Syriza pun­terà sul cari­sma del suo lea­der, molto più forte di quello del suo diretto con­cor­rente, che ha sosti­tuito l’ex primo mini­stro Andò­nis Sama­ràs dopo la scon­fitta di gen­naio. Ma è altret­tanto palese che la coa­li­zione della Sini­stra radi­cale greca dovrà saper far valere effi­ca­ce­mente le pro­prie ragioni.

È stato fis­sato, nel frat­tempo, il dibat­tito tele­vi­sivo con la par­te­ci­pa­zione di tutti i lea­der poli­tici: si svol­gerà il 9 set­tem­bre, lasciando fuori il neo­na­zi­sta Nikos Micha­lo­lià­kos. Farà da mode­ra­tore un gior­na­li­sta della tele­vi­sione pub­blica Ert, men­tre potranno porre una serie di domande sull’economia, l’immigrazione, le poli­ti­che sociali e l’istruzione, sei gior­na­li­sti di altret­tante reti pri­vate. Il 14 set­tem­bre si con­fron­te­ranno in un fac­cia a facca, sem­pre negli studi della Ert, Tsi­pras e Meimaràkis.

L’ ex por­ta­voce del governo della sini­stra, Olga Jero­vas­sìli, ha riba­dito che «Syriza col­la­bo­rerà solo con forze poli­ti­che che vogliono con­tra­stare l’austerità dei memo­ran­dum». Il mes­sag­gio è abba­stanza chiaro: non ci sono pos­si­bi­lità di arri­vare ad intese con la destra, men­tre, a quanto sem­bra, potrebbe crearsi qual­che spi­ra­glio per tor­nare a trat­tare, dopo le ele­zioni, con i ven­ti­cin­que ex depu­tati di Syriza che hanno voluto ade­rire a “Unità popo­lare” di Pana­jo­tis Lafa­zà­nis. E lo stesso Tsi­pras non esclude una coa­li­zione con i socia­li­sti del Pasok, ma «solo se que­sto par­tito si libe­rerà vera­mente dalle zavorre del pas­sato». Il lea­der qua­ran­tu­nenne della sini­stra greca si rife­ri­sce, innan­zi­tutto, come sot­to­li­neano molti ana­li­sti, all’ex vice primo mini­stro Evan­ghe­los Veni­ze­los, il quale ha coge­stito, col cen­tro­de­stra, gran parte delle poli­ti­che di austerity.

Per ora, dal Pasok la rispo­sta è pic­cata: «È bene che Tsi­pras di occupi delle sue zavorre», hanno com­men­tato molti espo­nenti socia­li­sti, lasciando anche fil­trare che riten­gono neces­sa­rio pun­tare ad un governo di lar­ghe intese con i vec­chi alleati di Nuova demo­cra­zia. Ma dopo la chiu­sura dei seggi, le distanze con Syriza potreb­bero note­vol­mente accorciarsi.

Nello stesso momento in cui si ini­zia a par­lare di un pos­si­bile riav­vi­ci­na­mento tra Syriza e il cen­tro­si­ni­stra socia­li­sta, nello schie­ra­mento oppo­sto sono ini­ziati i con­tatti tra Nuova demo­cra­zia e la for­ma­zione cen­tri­sta del Fiume, gui­data dal gior­na­li­sta Sta­vros Theo­do­ra­kis. Dopo le dimis­sioni di Sama­ràs, Nuova demo­cra­zia sta cer­cando di pro­vare a rico­struire una fac­ciata più mode­rata, ed una col­la­bo­ra­zione con il Fiume, che non ha mai fatto mistero di vedere posi­ti­va­mente tutta una serie di cosid­dette “riforme” (dalle pri­va­tiz­za­zioni al supe­ra­mento dei con­tratti col­let­tivi di lavoro) non dovrebbe incon­trare par­ti­co­lari ostacoli.

Tsi­pras, però, che, ad Atene, ha già par­lato ai suoi soste­ni­tori nei quar­tieri popo­lari di Egà­leo e Kesa­rianì, mette nuo­va­mente l’accento sull’importanza di que­sto voto, e sulle sue con­se­guenze: «Volete sce­gliere il cen­tro­de­stra e i suoi alleati, che hanno spinto il nostro paese nel fosso, o Syriza, che ha dato l’anima, sino a san­gui­nare, pro­prio per cer­care di far uscire la Gre­cia dal fosso?», ha chie­sto il lea­der della sini­stra greca. Si è nuo­va­mente impe­gnato a difen­dere i diritti dei gio­vani, dei pen­sio­nati al minimo, degli agri­col­tori e dei disoccupati.

Syriza, infine, riguardo al pro­gramma elet­to­rale ela­bo­rato lo scorso anno a Salo­nicco, valuta che sia stato appli­cato più del 50% dei suoi punti fon­da­men­tali (soste­gno ai red­diti minimi, cento rate men­sili per sal­dare i debiti con lo Stato, ria­per­tura della tv pub­blica, cit­ta­di­nanza ai figli degli immi­grati) e si impe­gna a tor­nare a gover­nare nel rispetto dei valori e delle prio­rità della sinistra.



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