Cogito, il robot poliziotto che smaschera i terroristi

Cogito, il robot poliziotto che smaschera i terroristi

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Che cos’è? Da dove sarà venuto mai? Si chiama Cogito ed è il RoboCop che stana i terroristi. Viene da un’azienda israeliana, la Suspect Detection Systems Ltd, il robot poliziotto, che fa domande ai sospetti terroristi, ne analizza il comportamento e scongiura gli attentati. Ha il 95% di margine di infallibilità ed è già utilizzato in molti Paesi.
Un’invenzione complessa, ma duttile, semplice ed immediata nell’utilizzo. «La tecnologia di Cogito consiste in due sistemi diversi -. Spiega a La Stampa il Ceo dell’azienda Shabtai Shoval, che in passato ha servito l’esercito israeliano e ha lavorato nell’intelligence -. Cogito 4M è un sistema automatico che pone domande alla persona sospetta. Per esempio: siamo in un aeroporto e sottoponiamo al sistema un immigrato che viene dalla Siria. Cogito gli chiederà se è entrato illegalmente, se fa parte dell’Isis e se viene nel nostro Paese per fare un attentato o per altri motivi».
La persona sospetta, se è un terrorista, mentirà sicuramente, ma qui entra in gioco la tecnologia: «Dalla risposta il robot analizza le reazioni del sospetto ed i suoi comportamenti, come il livello di sudorazione, la voce e tutto il resto, per rivelare se sta mentendo». Le domande sono calibrate sul profilo del sospetto, il Paese di provenienza, la destinazione e su altri fattori. Negli aeroporti all’avanguardia, come il Ben Gurion di Tel Aviv, c’era già il personale addetto che interrogava i viaggiatori, ma il robot esclude l’errore umano, si spinge dove l’uomo non può arrivare, e ci offre scenari che anche nel film di fantascienza di Paul Verhoeven e nei libri di robotica di Asimov erano inimmaginabili. Il robot prende la temperatura a distanza dei viaggiatori.
Il calore che tradisce
«Il secondo sistema si chiama Cogito 3000 – continua Shoval -. Consiste in una telecamera termica, registra a distanza la temperatura corporea del sospetto, che è ovviamente diversa da quella di un normale viaggiatore, se ha con sé una bomba e sa che morirà nei prossimi cinque minuti. Questo sistema si usa negli aeroporti, negli stadi, all’entrata della metropolitana».
Ci sono voluti quattro anni per dare vita a Cogito, che prende il nome dalla filosofia cartesiana (Cogito ergo sum) ed è già attivo in Israele, Russia, India, America Latina, Panama, e in America (è stato finanziato dal Dipartimento per la Sicurezza Interna degli Stati Uniti).
I sistemi non sono applicati soltanto contro il terrorismo, ma anche per dare la caccia a «semplici» criminali e trafficanti di droga. Nessun Paese europeo ha ancora acquistato il poliziotto tutto robot. «Questo perché gli europei sentono molto il tema della violazione della privacy, e Cogito legge nella mente – conclude Shoval -. Forse dovrebbero ripensare, alla luce degli attentanti di Bruxelles e Parigi, questo tema. Perché se si ha il sospetto che qualcuno stia per uccidere i tuoi figli, fargli domande per fermarlo è il minimo che tu possa fare».
Ricerca continua
Sono molte le aziende israeliane che hanno inventato robot antiterrorismo, in varie forme. La Magna BSP Ltd ha messo a punto un radar ottico capace di individuare droni: il sistema è impercettibile, non entra in conflitto con l’attività di altri strumenti, e non ostacola la comunicazione fra torre di controllo e aerei. È già in uso in molti aeroporti l’invenzione dell’azienda Farkash Security Technology, il software di riconoscimento facciale di un individuo in movimento che è capace di ricostruire un’identità in un istante. Così i robot poliziotti, che ci chiedono chi siamo, ci provano la febbre, e disegnano il nostro profilo, forse ci salveranno per davvero.



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