Salvini sbarca a Napoli contro Di Maio e propone termovalorizzatori per tutti

Salvini sbarca a Napoli contro Di Maio e propone termovalorizzatori per tutti

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Oggi è atteso il ministro Costa, lunedì a Caserta c’è il Cdm sulla Terra dei fuochi. Il titolare del Viminale brucia tutti

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ieri era a Napoli per il Comitato per l’ordine e la sicurezza. Doveva essere la solita passerella con i manifestanti tenuti lontani e manganellati (un ragazzo di 15 anni ha ricevuto un colpo dalla polizia proprio sopra l’occhio che gli ha spaccato la fronte), invece Salvini ha utilizzato la ribalta per destabilizzare l’alleato di governo: «Faremo un termovalorizzatore in ogni provincia campana – ha detto – e se i comuni si oppongono ci pensa il governo». Una bomba che ha fatto saltare i nervi ai 5S, da sempre contrari: «Inceneritori una ceppa» il commento a caldo dell’altro vicepremier, Luigi Di Maio.

OGGI A NAPOLI C’È il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, scavalcato ieri dal leader leghista nelle sue stesse competenze, mentre lunedì a Caserta si riunirà il Consiglio dei ministri annunciato da Di Maio per firmare il protocollo sulla Terra dei fuochi, Salvini ha bruciato entrambi gli appuntamenti ottenendo nuovo carburante per la sua campagna elettorale permanente.
La mattinata in prefettura era iniziata con le promesse leghiste («più forze dell’ordine, più risorse, più telecamere e più sgomberi») condite dagli insulti ai centri sociali. Ma il Comitato è passato in secondo piano. Salvini ha preparato il terreno con i cavalli di battaglia della crisi rifiuti dei primi anni 2000: «In Campania si rischia un’emergenza a livello mondiale. C’è incapacità, la salute è in gioco». Quindi il colpo di teatro: «Serve un termovalorizzatore per ogni provincia. Se i comuni trovano la localizzazione bene, altrimenti ci pensiamo noi. Gli Ambiti territoriali sono allo sbando, chiederò di commissariarli». Un tuffo indietro di dieci anni: termovalorizzatori e commissari come il Berlusconi del 2008.

IN CAMPANIA c’è un mega inceneritore in provincia di Napoli gestito dalla lombarda A2A quindi ne mancherebbero altri quattro, di cui tre in aree con scarsa popolazione. La competenza in materia è della regione, che decide sentiti i comuni, ma Salvini ha messo da parte l’autonomismo in nome degli affari: «Se non vogliono gli impianti – dice – che mangino i rifiuti. C’è un tale livello di incoscienza senza che si sia fatto nulla». Per concludere il ragionamento Salvini si affida a un grande classico, la camorra: «La delinquenza gestisce il racket dei rifiuti. Nella Terra dei fuochi su 370 aziende dei rifiuti, 200 sono state sigillate perché fuori legge».

Il settore è infiltrato dai clan, Salvini però si scorda delle grandi industrie del Nord che tuttora sversano illegalmente, tanto che gli incendi sospetti quest’anno hanno colpito la Lombardia quanto la Campania. Non spiega che i termovalorizzatori (diseconomici senza i finanziamenti Cip6) gestiti dalle multiutility del centronord erano senza materia prima fino a quando non è arrivata l’immondizia da Lazio e sud Italia, ma con la Cina che ha bloccato l’importazione di plastica stanno facendo grandi affari. La nuova «crisi» sembra, anzi, fatta su misura per tutelare l’investimento in impianti destinati a diventare obsoleti.

I 5S SONO DOVUTI CORRERE ai ripari di fronte a un Salvini che sembra unico titolare dell’azione di governo: «La Terra dei fuochi è un disastro legato ai rifiuti industriali (provenienti da tutta Italia) non a quelli domestici – la replica di Di Maio -. Quindi gli inceneritori non c’entrano una beneamata ceppa e non sono nel contratto di governo. La camorra ha investito anche nel business degli inceneritori. Serve la lotta alla contraffazione, contrasto alle organizzazioni criminali, bonifiche, economia circolare». Si fa sentire anche il ministro Costa: «Quando arriva il termovalorizzatore il ciclo dei rifiuti è fallito. Salvini ha detto qualcosa di provocatorio. Stiamo lavorando a riduzione, riuso, recupero, riciclo. Chi non è in sintonia con l’economia circolare crea danni all’ambiente e alla salute».

ATTACCA ANCHE il presidente della Camera, Roberto Fico: «Basta con i fallimenti del passato. C’è un’emergenza in Campania, quella degli incendi negli impianti ed è lì che il Viminale ha una responsabilità che saprà fronteggiare, sono sicuro, meglio di come ha fatto finora». E i parlamentari 5S: «Se venisse raggiunto il livello di legge del 65% di differenziata, si passerebbe subito dagli attuali 51 inceneritori a 17». Messi sotto accusa da Salvini, comune di Napoli e regione replicano: «Gli ricordo che ha sostenuto il governo Berlusconi, tra i principali responsabili dell’emergenza rifiuti» il commento del sindaco Luigi de Magistris; «la Campania è al 51,6% di differenziata, prima al Sud e nella media nazionale» spiega la regione. Anche Legambiente affonda il colpo: «Condoni e inceneritori, sembra l’esecutivo Berlusconi». Salvini tira dritto e attacca ancora i 5S: «Con i no non si va da nessuna parte. Voglio una soluzione per i campani».

* Fonte: Adriana Pollice, IL MANIFESTO



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