Primavera calda: due mesi di scioperi in fabbrica, scuola, trasporti e P.A.

Primavera calda: due mesi di scioperi in fabbrica, scuola, trasporti e P.A.

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Per i sindacati confederale e di base sarà una primavera di fuoco contro le politiche economiche, della scuola e del pubblico impiego adottate dal governo Lega-Cinque Stelle. Ieri i sindacati metalmeccanici Fim, Fiom e Uil hanno proclamato uno sciopero generale venerdì 14 giugno, otto ore di stop dal lavoro e tre manifestazioni nel Nord, al Centro e al Sud. Con una produzione industriale in calo (-5,5%), record dal 2012, e il crollo degli ordini del 7% a dicembre 2018, la produzione manifatturiera misura concretamente la crisi: il calo si sente nella metallurgia, nell’elettrodomestico, i macchinari e le attrezzature, l’elettronica. Drammatica la situazione nell’auto: la produzione è crollata del 19,4% su base annua. «Le scelte del governo – scrivono Fim, Fiom e Uilm – sul lavoro, le politiche industriali e sui giovani rischiano, in una situazione di recessione come si sta profilando, di accentuare una situazione già critica». Critiche alla «quota 100«, considerata una soluzione tampone e non strutturale e al taglio del contributo per l’Inail: «Va in direzione contraria alla formazione e prevenzione dei rischi sul lavoro».

Venerdì 17 maggio è stato proclamto uno sciopero generale anche nella scuola da Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals confsal, Gilda, Cobas e Unicobas contro il progetto del governo di regionalizzazione, per ottenere l’apertura del tavolo contrattuale e per la soluzione del precariato e del personale Ata. Lunedì otto aprile il ministro dell’Istruzione Bussetti ha riperto il confronto dopo l’indizione dello sciopero. Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas, rilancia l’appello a unire tutte le forze sindacali nella manifestazione nazionale che si terrà a pochi giorni dalle elezioni europee del 26 maggio. L’unione sindacale di base (Usb) ha considerato «una rottura dell’unità dei lavoratori» la convocazione dello sciopero da parte degli altri sindacati, avendo già indetto uno sciopero del pubblico impiego il 10 maggio e dei trasporti il 17 maggio anche contro le limitazioni del diritto di sciopero e il blocco dello sciopero indetto il 12 aprile contro le politiche dell’austerità, per l’abrogazione della legge Fornero, la cancellazione del Jobs Act e il ripristino dell’articolo 18 e contro l’«autonomia differenziata» richiesta da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Prevista una tre giorni di mobilitazione dall’11 al 13 aprile.

Sabato 8 giugno manifesteranno a Piazza del popolo a Roma i sindacati confederali del pubblico impiego Cgil, Cisl e Uil . Chiedono un piano straordinario di assunzioni che non solo compensi le uscite per pensionamento previste dalla Quota 100, ma rafforzi gli organici ridotti da anni di tagli.

* Fonte: Mario Pierro, IL MANIFESTO



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