Maroni: anche i nostri giovani accettano impieghi umili

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ROMA – Non è colpa dei giovani se non trovano lavoro. Il ministro dell’Interno Maroni invita a «non generalizzare», ricordando come ci siano «tanti ragazzi che dicono “voglio fare l’avvocato o l’ingegnere” ma anche tantissimi che fanno lavori manuali anche umili o che preferiscono entrare nel mondo del lavoro piuttosto che aspettare il posto da supermanager». Una tesi opposta a quella espressa due giorni fa dal ministro dell’Economia Tremonti, che aveva accusato i giovani di scarsa considerazione per i lavori che gli immigrati fanno invece volentieri, tanto che «in Italia gli immigrati sono tutti occupati». Un intervento in perfetta consonanza con quelli, piuttosto frequenti negli ultimi mesi, del ministro del Lavoro Sacconi e del ministro delle Politiche Giovanili Meloni. Alla presentazione del “Piano di azione per l’occupabilità  dei giovani” il ministro Meloni aveva sostenuto che i giovani italiani soffrono di «inattitudine all’umiltà ». Mentre Sacconi ripete da mesi che l’unica via per far diminuire il tasso di disoccupazione giovanile, schizzato ormai al 29,4%, è quella di rivalutare il lavoro manuale. «E’ una realtà  complessa, non si può dire che è tutto nero o è tutto bianco», ha detto invece ieri Maroni a SkyTg24, commentando l’intervento di Tremonti del giorno precedente. Il ministro dell’Interno ha contestato anche le dichiarazioni del ministro dell’Economia sugli immigrati: «Penso che non si debba generalizzare, io non sono d’accordo sull’affermazione che tutti gli extracomunitari lavorano, non è così. Non è così neppure per gli italiani. Ci sono realtà  di grande integrazione, come in certe zone del Veneto, ma la crisi fa perdere lavoro, oltre che agli italiani, anche a queste persone». I dati gli danno ragione. Dall’inizio della crisi, si legge nel Rapporto 2011 “L’immigrazione per lavoro in Italia: evoluzione e prospettive”, pubblicato dal ministero del Lavoro, hanno perso il lavoro molti italiani, ma anche molti immigrati. Certo, il numero di immigrati occupati è cresciuto: nel biennio 2009-2010 si è registrata una perdita di 554.000 posti di lavoro, sintesi di un calo di 863.000 posti tra gli italiani e di una crescita dell’occupazione immigrata di 309.000 unità . Però nel biennio a un leggero calo della popolazione italiana si è contrapposto un aumento significativo di quella straniera (+626.000 persone): di conseguenza molti più stranieri si sono riversati nel mercato del lavoro, e quindi la disoccupazione ha colpito gli stranieri in percentuale molto maggiore (+64,2%) degli italiani (+18,4%). Pertanto il numero di disoccupati in Italia è passato dagli 1,7 milioni del 2008 ad oltre 2 milioni nel 2010: a perdere il lavoro sono stati 281.000 italiani e 104.000 stranieri. Ma anche l’affermazione secondo la quale i giovani italiani non siano disposti a fare lavori umili è smentita dalle statistiche. Secondo l’Istat nel secondo trimestre 2009 il 47,1% di giovani fino a 34 anni laureati o diplomati aveva un titolo di studio superiore a quello richiesto per svolgere il proprio lavoro.


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