Scaraventati in mare dagli scafisti a Mazara muoiono tre immigrati

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TRAPANI – Il giovane tecnico del Cnr Sandro Fiorelli se li è visti sbucare davanti casa che non era ancora l’alba. In quattordici, bagnati, stremati, a piedi scalzi, appena scampati a quel mare che poco prima aveva inghiottito tre di loro. Annegati a soli cento metri da quella terra che hanno scrutato per ore durante la traversata. Così come era avvenuto pochi giorni fa a Pantelleria, anche questa volta gli scafisti hanno gettato in mare il loro carico umano in prossimità  della costa per poi invertire rapidamente la marcia. Al buio, nell’acqua gelida, tra le onde. Poco importa se in pochi sanno nuotare. In 14, tutti ragazzi giovani, maghrebini, sono riusciti a raggiungere le rocce di Torretta Granitola, sul litorale di Campobello di Mazara, tre invece non ce l’hanno fatta. I loro corpi sono stati recuperati qualche ora dopo dalle motovedette della Guardia costiera. In lacrime, uno dei sopravvissuti, un giovane di 22 anni, ha riconosciuto il corpo del fratello più grande. «Non sapeva nuotare, quando gli scafisti ci hanno gettati in mare era buio, tra le onde e la confusione non l’ho più visto. Erano in due, ci hanno costretto a saltare e sono tornati indietro con il gommone. Avevamo pagato 1500 euro ciascuno per questa traversata». Quindici tunisini, anche due algerini, partiti da un porto del Maghreb e probabilmente “istruiti” dai trafficanti di immigrati a raccontare un’altra storia. «Quando li ho soccorsi e fatti entrare in casa mia – racconta il tecnico del Cnr – non hanno chiesto niente né hanno dato l’allarme. Forse pensavano che i tre che mancavano fossero riusciti a salvarsi. Hanno detto di venire da Bengasi e di essere rimasti tre giorni in mare con un gommone». Ma c’è un’altra ipotesi ed è che i maghrebini che in questi giorni, in piccoli drappelli, sbarcano sulle coste trapanesi e a Pantelleria abbiano fatto il viaggio su una nave e poi trasportati in prossimità  della costa da un gommone.

Tutti salvi invece i circa 500 migranti intercettati dalle motovedette al largo di Lampedusa dove ieri sono ripresi gli sbarchi in maniera massiccia. Un primo barcone, con 208 migranti a bordo, è giunto nottetempo direttamente sull’isola, a bordo anche una donna anziana, il grosso peschereccio con 500 persone invece è stato raggiunto a 16 miglia da Lampedusa nel primo pomeriggio. Il motore si era fermato e nel vano si stava sprigionando fumo, gli uomini della Guardia costiera sono riusciti a far trasbordare tutti su ben sei motovedette.


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