Bolivia, è il momento di investire

Loading

Una richiesta che fino a qualche anno fa sembrava impensabile, ma che oggi trova dignità  grazie alla politica di La Paz in materia di idrocarburi adottata dal 2006, anno in cui venne nazionalizzato l’intero settore.

Le dichiarazioni di Morales giungono durante il primo congresso internazionale Ypfb Gas y Petroleo che si tiene in questi giorni a Santa Cruz de la Sierra e aprono nuovi e importanti spiragli per l’economia nazionale e per i rapporti fra gli interessi nazionali e quelli delle grandi compagnie petrolifere straniere, da sempre interessate alle risorse naturali presenti in Bolivia.

Il leader boliviano infatti, ha chiesto alle compagnie di investire in qualità  di partner per rendere il Paese più competitivo e per contribuire al suo sviluppo tecnologico e economico.

Senza dimenticare, però, che le risorse sono e resteranno per sempre di proprietà  dello Stato boliviano “e quindi di tutti i boliviani”.

Un punto chiave, questo, per evitare di ritornare alla situazione precedente al 2006, quando le compagnie straniere erano a tutti gli effetti padrone delle risorse del Paese e i loro guadagni spropositati rispetto a quelli dello Stato. Il rapporto, prima della nazionalizzazione fortemente voluta dall’amministrazione Morales, era impressionante: l’82 percento dei proventi derivanti dalla vendita degli idrocarburi finiva nelle casse delle multinazionali straniere e solo il 18 percento andava allo Stato.

Dal 1 maggio 2006 è stato invertito e ciò ha consentito a La Paz di incassare fino a oggi poco meno di 9 miliardi e mezzo di dollari rispetto al miliardo e mezzo incassato nel quinquennio 2000-2005.

“In passato le risorse sfruttate dalle compagnie straniere erano state utilizzate per fini che non corrispondevano con quelli del Paese” ha detto Morales che ha aggiunto come oggi l’economia boliviana abbia subito un notevole cambiamento essendo al servizio del popolo e non di interessi esterni. “Abbiamo bisogni di soci e non di padroni. La Bolivia è proprietaria delle sue risorse naturali”, ha concluso Morales prima di invitare tutte le compagnie presenti a assumersi le proprie responsabilità  e investire per contribuire a far volare sempre più in alto il settore.

Un investimento che potrebbe essere di almeno 750 milioni di dollari per quest’anno e che dovrebbe essere interamente destinato allo sviluppo delle aree in cui si trovano i giacimenti.

Da molti anni in Bolivia nel settore degli idrocarburi operano la spagnola Respol, la francese Total e la brasiliana Petrobras. Ma sono state decine e in tutti i settori dell’economia, le multinazionali che in passato hanno goduto di benefici enormi, grazie alle licenze e ai contratti firmati con governi corrotti e complici dello scempio che veniva perpetrato nel Paese.


Related Articles

Quegli uomini in fila mandati a morire

Loading

Siria, quella colonna di uomini seminudi in marcia a testa bassa verso il macello dell’Is. Sono centinaia di militari sconfitti a Tabqa, privati delle uniformi e delladignità di esseri umani

Dopo Trump arriva Biden, ma il Medio Oriente resta in bilico

Loading

Dopo il patto di Abramo. Più che una stabilizzazione è un salto in avanti verso nuove cancellazioni dei diritti dei popoli: in Medio Oriente l’amministrazione Biden, che si insedia il 20 gennaio, già oscilla sotto il peso delle decisioni di Trump

Unesco in crisi per il sì alla Palestina “Niente soldi Usa, chiudiamo l’attività “

Loading

 Da Angkor a Pompei, in pericolo i progetti di tutela dei patrimoni dell’umanità  

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment