Cameron: “La linea dura ha pagato” 1200 arresti dall’inizio degli scontri

Loading

LONDRA – Il forte dispiegamento delle forze di polizia ha sortito gli effetti sperati e ieri notte Londra ha trascorso una notte senza scontri. “La linea dura ha pagato, ora la capitale è più tranquilla. L’iniziativa di inviare 16mila poliziotti in città  ha avuto risultati”, ha detto stamane David Cameron, facendo il punto della situazione. Il primo ministro ha anche annunciato che entro le prossime 24 ore verrà  autorizzato l’utilizzo di cannoni ad acqua  per disperdere i rivoltosi. Quindi la rassicurazione: “La controffensiva è in corso, decideremo qualsiasi azione necessaria per riportare ordine nelle nostre strade. Non consentiremo che vinca la cultura della paura”. “Fotografia dopo fotografia”, ha proseguito Cameron, facendo riferimento alla carrellata di immagini già  diffuse da Scotland Yard con i volti di chi ha messo a ferro e fuoco le strade britanniche, “i responsabili degli scontri saranno identificati e arrestati”.

“Qualcosa di marcio nella nostra società “. “Abbiamo un grosso problema con le gang nel nostro Paese”, ha ammesso poi il premier. “E’ chiaro che non rappresentano la maggioranza dei giovani, ma queste sono sacche della nostra società  che non sono solo disgregate, ma malate”, ha aggiunto. “Quando si vedono ragazzini di 12-13 anni che saccheggiano e ridono, quando vediamo la scena disgustosa di un ragazzino ferito che alcuni fingono di aiutare per poi derubarlo , è chiaro che ci sono cose terribilmente marce nella nostra società “.

Quasi 1200 arresti. E mentre i cittadini inglesi, armati di scopettone, cominciano a ripulire le città , rimediando ai danni causati dagli scontri, la Bbc ha diffuso i dati sugli arresti effettuati in questi giorni. Sono almeno 1.186 le persone fermate dalla polizia britannica. A Londra i fermi sono stati 768 e 105 persone sono state incriminate. Tra Manchester e Salford sono stati effettuati 113 fermi, 109 nel West Midlands (20 incriminati) in relazione ai disordini avvenuti a Birmingham, Wolverhampton e West Bronwich. A Nottingham sono state fermate 90 persone, 50 a Liverpool. Nove fermi si registrano a Gloucester, 13 a Leicester, 19 a Bristol, 15 a Thames Valley.

Le altre città . Le violenze si sono trasferite  a Manchester e Salford, con saccheggi e scorrerie di bande giovanili. Tensione anche a Birmingham, Nottingham, Liverpool, Manchester dove alcuni negozi sono stati saccheggiati  e incendiati. E non si placano le polemiche dopo la morte della prima persona negli incidenti  – un ragazzo di 26 anni rimasto ferito ieri l’altro – e per l’ammissione da parte degli investigatori che il giovane di colore Duggan  – ucciso dagli agenti e la cui morte ha innescato la rivolta – non aveva fatto fuoco contro la polizia.

Tre uomini investiti a Birmingham. L’incidente più grave è accaduto a Birmingham, dove tre uomini, che camminavano in strada poco dopo l’una di notte, sono morti investiti da un’auto: la polizia ha detto di aver già  arrestato un uomo e che la vettura è stata recuperata. Nei suoi confronti l’accusa è di omicidio volontario. I tre, Shazad e Munir Hussein, due fratelli di 32 e 30 anni, proprietari di un autolavaggio e Haroon Jahan, meccanico ventunenne, erano usciti in strada per proteggere il quartiere dai saccheggi. La polizia sta ancora cercando di ricostruire la dinamica, ma secondo alcuni testimoni i tre sarebbero stati colpiti volontariamente dal conducente. “Diverse auto ci sono sfrecciate davanti, lanciandoci dall’interno insulti”, ha raccontato un uomo al Guardian. “Poi una di queste ha fatto inversione a U ed è salita sul marciapiede a una velocità  tremenda, colpendo i tre, gettandoli in aria”. Si teme quindi che l’incidente possa innescare ritorsioni, per questo il primo ministro David Cameron oggi si recherà  in città , per incontrare i leader delle diverse comunità  etniche.

Disordini a Liverpool. Seconda notte di violenze anche a Liverpool, dove circa 100 giovani hanno creato tensione e disordini. A Manchester e Salford gli arresti sono saliti a 108 ed alcuni dei fermati, secondo la stampa britannica, erano giovanissimi. Scotland Yard ha fatto sapere che gli arresti per i disordini e i saccheggi a Londra sono stati 768.

Scontri a Manchester. Incidenti e dure polemiche anche a Manchester, che ha vissuto le giornate più violente degli ultimi trent’anni, secondo quanto affermato dalla polizia locale, che ha denunciato scontri, saccheggi e “violenze gratuite”: “Sono dei criminali puri e semplici quelli che scorrazzano per le strade sera”, dice la polizia. Che avverte: “Siamo in possesso di un’enorme quantità  di immagini da telecamere di videosorveglianza di tutte le azioni compiute nella notte. Questo significa che siamo pronti a procedere ad arresti”.

Ferito grave a Ealing. In mattinata il Daily Telegraph ha anche annunciato la morte di un uomo, aggredito da un gruppo di saccheggiatori a Ealing, ad est della capitale. Poi la rettifica: “Chiediamo scusa, l’informazione non era corretta, non è morto”, ha fatto sapere il giornale spiegando che resta comunque in gravi condizioni.

“Dura risposta anche nelle altre città “. In risposta agli scontri il ministro della difesa Theresa May ha riferito alla Bbc di avere ordinato a tutte le forze di polizia dell’Inghilterra e del Galles di mobilitare le unità  speciali, cancellare le ferie e i permessi e adottare lo stesso approccio “duro e robusto” messo in atto la scorsa notte a Londra.

L’agenda. Fitto il programma politico previsto per domani per fronteggiare l’emergenza. Il comitato per la sicurezza (Cobra) tornerà  a riunirsi alle 8.30 (le 9.30 in Italia). Un’ora dopo, sarà  il governo a incontrarsi, prima della sessione straordinaria della Camera dei comuni.


Related Articles

Effetto interno-esterno: terremoto nei Balcani

Loading

EX-JUGOSLAVIA Sorprese in Slovenia e Croazia Una svolta attesa in Croazia, quanto inaspettata quella in Slovenia. I croati infatti, per la seconda volta in venti anni – era già  accaduto nel 2000 – hanno detto no al partito ipernazionalista, l’Hdz fondato dal «Signore della guerra» Franjo Tudjman protagonista nel 1991 della secessione armata dall’ex Jugoslavia.

Il Psoe resiste: «No a Rajoy»

Loading

Spagna. Dura un’ora l’incontro tra popolari e socialisti. Alla fine Sanchez ribadisce: «Nessun accordo». E stasera parla il Re

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment