Grandi manovre su Unipol e Fondiaria-Sai

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MILANO – Continuano gli strappi senza fine dei titoli Fonsai e Unipol, coinvolti nel complesso piano di riorganizzazione societaria (sebbene ci siamo molti passaggi anche formali ancora da compiere, prima di varare l’operazione). Ieri Fonsai è stata il titolo migliore di Piazza Affari con un +31,3% del prezzo (a 1,33 euro per azione) e volumi ben superiori alla media giornaliera dell’ultimo mese: 12,6 milioni di pezzi trattati, rispetto ai 7,4 milioni di standard, corrispondenti al 3,4% del capitale e per un controvalore totale di 15 milioni di euro.
Ma Fonsai non è stata l’unica a salire: per Unipol il balzo è stato del 30,3% a 0,3167 euro con 55 milioni di azioni scambiate (5 volte e mezzo la media), pari al 2,6% del capitale ordinario. Dal 30 gennaio, data dell’annuncio dell’accordo di integrazione, le Fonsai hanno guadagnato il 111% e le Unipol il 65%. La Milano assicurazioni invece ieri è salita del 5,81% (guadagnando il 20% in un mese) tra scambi superiori alla media ed un controvalore pari a 8 milioni di euro. Attualmente, la capitalizzazione di Borsa della Milano è pari a 558 milioni mentre la Fonsai vale complessivamente 565 milioni mentre prima che partissero i rally su tutto il gruppo, la Milano assicurazioni valeva molto di più della stessa Fonsai. Premafin, infine, ieri ha guadagnato il 24%, a 0,28 euro. 
Fin qui i numeri. Molto più complessa l’interpretazione del fenomeno su chi stia comprando e perché. Ieri si è praticamente chiusa la prima fila delle banche (otto) che costituiranno il consorzio di garanzia per entrambi gli aumenti, complessivamente da 2,2 miliardi, di Unipol e Fonsai (mentre il 14 febbraio toccherà  a quello di Finsoe, la holding delle Coop rosse, riunirsi per varare una ricapitalizzazione da 300 milioni). E a quanto sembra il calendario delle società  coinvolte dovrebbe prevedere che grosso modo intorno alla metà  del mese di marzo, cioè prima degli aumenti di capitale, verranno proposti i concambi tra le quattro società  oggetto di fusione, dunque Premafin, Fonsai, Unipol assicurazioni e Milano assicurazioni. Non a caso c’è chi pensa che almeno una parte di questi movimenti sia legata alla necessità  di irrobustire le quotazioni di Fonsai rispetto alla controllata Milano, per non diluire troppo le prima a scapito della seconda. Un movimento cui le Unipol si accoderebbero per la stessa ragione. Altri, sul mercato, ritengono che alcuni movimenti possano essere legati a contratti derivati e comunque ad operazioni di istituzionali, che si posizionano (e forse in parte si ricoprono, dopo aver attinto a piene mani al prestito titoli); infine, come è quasi obbligatorio pensare, ci sono le voci su possibili rastrellamenti in corso. Di certo gli strappi sono violenti, tra volumi alti ma non stellari. 
A questo punto il primo appuntamento in calendario è quello di Unipol, che riunirà  il consiglio il 9 febbraio per dare il via libera all’aumento da 1,1 miliardi, convocare l’assemblea e nominare gli advisor nella fusione. La settimana prossima potrebbe anche essere quella giusta per presentare il quesito alla Consob, sull’esenzione dell’Opa a cascata da Premafin in giù, mentre restano ancora da sciogliere i nodi dell’Isvap e dell’Antitrust, che devono a loro volta dare il loro assenso all’operazione.


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