Schiaffi ai figli, per un quarto dei genitori “è un gesto educativo”

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ROMA – La ricerca del dialogo e dell’ascolto si confermano i principali pilastri sui quali i genitori costruiscono il loro rapporto educativo con i figli – rispettivamente per il 50% e per il 35% di essi. Tuttavia più di un quarto dei genitori italiani ricorre allo schiaffo: lo fa o qualche volta al mese (22%) – o quasi tutti i giorni (5%). A questi si aggiunge un 49% che lo utilizza eccezionalmente. In generale un quarto di madri e padri italiani vede nel ceffone un gesto con una valenza educativa. A fronte di ciò circa il 25% del totale dei genitori si rifiuta categoricamente di ricorrere alle punizioni fisiche  dei propri figli.

Sono alcuni dei dati della nuova ricerca di Save the Children – realizzata da Ipsos  – su “I metodi educativi e il ricorso a punizioni fisiche” e diffusa in occasione del lancio, oggi, della nuova campagna “A mani ferme – Per dire ‘no’ alle punizioni fisiche nei confronti dei bambini”. La campagna si inserisce nell’ambito del progetto europeo coordinato da Save the Children Italia “Educate, do not punish” , ed è in collaborazione con la Società  italiana di pediatria (Sip) e l’Associazione nazionale dei pedagogisti italiani (Anpe). (vedi lancio successivo)

Educano “alzando le mani” – seppure qualche volta nel mese – il 22% dei genitori di bambini da 3 a 16 anni. Un dato che, paragonato alla precedente ricerca di Save the Children, mostra un aumento del ricorso allo schiaffo fra i genitori con figli tra 6 e 10 anni (27% a fronte del 22% del 2009) e fra 11 e 16 anni (18% contro l’8%), mentre in decremento l’uso del ceffone verso i bambini più piccoli tra 3-5 anni (passato dal 38% del 2009 al 22% del 2012). Capita invece quasi tutti i giorni di dare uno scapaccione ai propri bambini rispettivamente al 5% dei genitori di figli fra 6 e 16 anni e al 3% di quelli con bambini tra 3 e 5 anni. Avviene poi in casi eccezionali al 49% dei genitori di bambini da 3 a 10 anni e per il 51% di quelli con figli da 11 e 16 anni.

In generale, i tre quarti dei genitori sono conviti che lo schiaffo di per sé sia un gesto prevalentemente violento e non un metodo da utilizzare sistematicamente nell’educazione dei figli. Quando vi ricorrono è in situazioni eccezionali, come extrema ratio laddove avendo già  utilizzato altri espedienti, non sanno più come comportarsi. Infatti tra le principali motivazioni che spingono allo schiaffo, c’è per quasi il 45% “l’esasperazione, lo spavento, la reazione di un momento”, seguita da “il voler segnalare in modo inequivocabile che si è superato un limite estremo” per il 38% .

Per quanto riguarda le conseguenze dello schiaffo sui bambini, non sono considerate necessariamente negative: per quasi il 57% dei genitori, dare uno schiaffo una volta ogni tanto non ha mai fatto male a nessuno e per il 26% di essi addirittura può avere un effetto benefico per renderli adulti educati. (vedi lancio successivo)

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