Banda larga, nei distretti è un miraggio rete Telecom più lenta che nelle case

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ROMA – Le aziende italiane hanno una fame insoddisfatta di banda larga, per colpa dei limiti della rete Telecom Italia, e il loro business ne risente. La conferma è in uno studio dell’Osservatorio Between, che ha tracciato la situazione dei vari distretti industriali nelle regioni italiane. Si scopre così che le aziende sono coperte da infrastrutture Internet peggiori rispetto alle famiglie, «perché sono spesso in zone periferiche, lontane dalle città  e dalle centrali telefoniche», conferma Francesco Sacco, managing director del laboratorio di ricerca Enter-Università  Bocconi. 
L’11 per cento delle aziende non può avere nemmeno l’Adsl di livello base (almeno 2 Megabit), che comunque ha prestazioni insufficienti per molte di loro (visto che la velocità  della linea va divisa per tutti i lavoratori connessi). Andrebbe meglio se potessero usare l’Adsl 20 Megabit, che però copre appena il 64 per cento delle aziende. 
«Quando pure la banda c’è, a volte è troppo poca: secondo un mio studio di marzo, in Lombardia le aziende medio grandi hanno solo 250 Kbps disponibili per addetto (circa un decimo dei livelli minimi considerabili “banda larga”)» dice Sacco.
La situazione appare disastrosa se mettiamo in rapporto copertura banda larga e Pil dei distretti. Nel Veneto, in particolare, seconda regione italiana per Pil: qui il 22 per cento di aziende non può avere nemmeno un’Adsl lenta. Solo il 48 per cento è coperta da quella 20 Megabit.
Sono veneti tre tra i distretti industriali più sfortunati, secondo lo studio di Between: quello del marmo di Grezzana, quello calzaturiero di San Giovanni Ilarione e quello del coltello di Maniago. I primi due hanno una copertura inferiore al 50 per cento. 
«C’è sempre più bisogno di connessioni veloci per fare export internazionale, per gestire rapporti con clienti e i partner. Per risparmiare su viaggi e trasferte grazie a telelavoro e videoconferenze», dice Alfonso Fuggetta, amministratore delegato del Cefriel, il centro di eccellenza del Politecnico di Milano. Telecom Italia a lungo ha tergiversato sul problema dei distretti, ma ora è pressata da più parti per affrontarlo. Le chiedono di portarvi la fibra ottica, «che è quanto necessario alle aziende», dice Sacco. Ha chiesto di procedere con le reti in fibra per le aziende anche Confindustria Digitale, qualche giorno fa, con un pacchetto di proposte consegnate al governo (in merito del futuro decreto legislativo Digitalia, per l’Agenda Digitale Italiana). «Entro i prossimi tre anni andremo nei distretti industriali ancora non coperti con un mix di nuove tecnologie banda larga, fissa e mobile», spiegano da Telecom Italia. Un cavallo di battaglia del prossimo piano di copertura Telecom sarà  la tecnologia Vdsl2 + Vectoring: “fibra fino all’armadio”, con l’ultimo tratto in rame, «per soddisfare le esigenze di aziende grandi e piccole». Sull’utilizzo del vectoring pende però ancora l’autorizzazione da parte di Agcom (Autorità  garante delle comunicazioni), perché questa tecnologia può creare problemi alla concorrenza.


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