Per fare un albero ci vuole un fan e un Nobel alternativo

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Il trand positivo non deve ingannare, quindi, e la raccomandazione delle associazioni ambientaliste, per quanto riguarda i polmoni verdi della terra, rimane un “non abbassare mai la guardia” e seguire esempi virtuosi come quello diEvgenia Chirikova l’eroina della foresta russa di Khimki, che la scorsa settimana ha vinto il Premio Goldman, considerato il “Nobel alternativo” per l’ambiente. Senza alcuna esperienza organizzativa nel 2007 la Chirikova ha lasciato il suo lavoro di ingegnere per dedicarsi al gruppo Save the Khimki Forest e ha iniziato a organizzare l’opposizionenonviolenta ad un progetto che avrebbe distrutto i 2.500 ettari di parco protettodella foresta di Khimki, nota come “il polmone verde di Mosca” trovandosi proprio nella periferia nord della città .

L’antica foresta moscovita offre un riparo ad un’abbondante fauna selvatica, che include anche specie minacciate, oltre ad assorbire l’inquinamento in una zona di forte inurbamento. Nel 2007 il Governo russo ha annunciato il progetto di costruzione di una strada che collega Mosca e San Pietroburgo e, senza coinvolgere i cittadini, ha scelto un percorso che avrebbe tagliato in due la foresta di Khimki ignorando numerose ipotesi alternative. “In realtà  – ha notato l’osservatorio Salva Foreste – il percorso proposto è più vantaggioso, perchè permette di sfruttare il legno, e serve aree diedilizia di lusso”. Un affare sposato da Putin, che nel 2009 ha firmato un decreto che ha alterto lo status della foresta protetta, proprio per avviare i lavori “sulla base di un contratto da 8 miliardi di dollari con l’impresa francese di costruzione Vinci, i cui partner russi sono da tempo sostenitori del primo ministro”.

Nonostante i continui sforzi del governo per reprimere il movimento, la Chirikova è riuscita a raccogliere un ampio sostegno portando nel 2009 nella foresta di Khimki una folla di 5.000 persone (una delle più grandi proteste pubbliche ambientaliste della storia russa) e raccogliendo oltre 50.000 firme.
 “Il successo più significativo – ha spiegato Save the Khimki Forest – è stato convincere la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e la Banca europea per gli investimenti, i principali finanziatori dell’autostrada, a ritirare il loro finanziamento, proprio a causa degli impatti ambientali, sociali e finanziari del progetto”. Adesso per la Chirikova che assieme ad altri attivisti e giornalisti è stata arrestata e detenuta numerose volte, accusata di essere una spia americana e ha dovuto battersi per non farsi portare via i figli è arrivato anche il Goldman Prize.

“Questo premio è molto importante per la nostra lotta” ha detto la Chirikova ai giornalisti dopo la cerimonia di Goldman Prize. “Non ho alcun dubbio che, quando la società  francese Vinci ha avviato questo progetto corrotto e distruttivo per l’ambiente, in molti hanno temuto per l’ennesimo omicidio semplice e silenzioso della foresta. Le autorità  hanno sempre ignorato il parere della comunità  locale, come se fossero certe che nessuno avrebbe notato la distruzione di questo incredibile ambiente. Spero che questo premio possa, ancora di più, attirare l’attenzione dalla comunità  internazionale rendendo evidente la cattiva condotta del governo russo” ha concluso la commossa neo “Nobel alternativo”.

Ma la battaglia non è finita. Grazie agli sforzi degli attivisti che hanno messo in piedi un avamposto permanente nella foresta, utilizzando un container e tende anche durante le forti gelate di questo inverno, i lavori di costruzione nei mesi scorsi sono stati fermati. “Tuttavia – ha ricordato Save the Khimki Forest – il progetto non è stato né cancellato né modificato nonostante l’esistenza di 10 opzioni alternative per il posizionamento della nuova strada, ciascuna delle quali salvaguarda la foresta. […] Così la lotta per la foresta Khimki continua”.

Una lotta, quella per la tutela del patrimonio forestale, che sembra dare i suoi frutti anche nel Belpaese se è vero che, come emerge dall’ultimo Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi di carbonio (Infc) del Corpo forestale dello Stato presentato il 19 aprile a Roma, “negli ultimi 20 anni il patrimonio forestale italiano è aumentato di circa 1,7 milioni di ettari, raggiungendo oltre 10 milioni e 400 mila ettari di superficie, con 12 miliardi di alberi che ricoprono un terzo dell’intero territorio nazionale”. Insieme a tali dati, sono stati presentati anche i risultati dell’indagine sulla quantità  di carbonio trattenuto nei suoli forestali italiani “pari a circa 1,2 miliardi di tonnellate, corrispondenti a 4 miliardi di tonnellate di anidride carbonica”. Dati, ha sottolineato il Corpo forestale dello Stato, che evidenziano l’importanza dei suoli forestali, “non soltanto per la loro funzione di difesa idrogeologica, di conservazione e tutela della biodiversità  e di base per la produzione di legname, ma anche per la mitigazione dei cambiamenti climaticiin atto”.

Consapevoli che la lotta contro la deforestazione non ha confini vi chiediamo di dare, con un click, il vostro contributo sostenendo gratuitamente la nostra campagna1fan1albero: basta diventare fan di Unimondo su facebook per aderire al progettoTree is Life che per ogni fan ha piantato quasi 30.000 alberi in Kenya. Cosa aspettate, per fare un albero ci vuole un fan!


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