Save the children “Sogni e diritti per i bimbi italiani”

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Sono 500mila quelli in povertà  assoluta. Tra i più colpiti i figli di giovani coppie, spesso con lavori precari, o con un solo genitore a dover supplire a tutte le necessità . È un Paese complesso il nostro, dove i bambini del sud sono più poveri ma spesso più grassi perché le proteine costano e così l’indice di obesità  in questi anni è triplicato. Una nazione dove cresce l’abbandono scolastico e il 30 per cento di chi si iscrive alle superiori non arriverà  mai alla maturità . Ma soprattutto una terra che sembra ignorare i più piccoli se, come dicono i dati, siamo tra gli ultimi come finanziamenti a famiglie e infanzia: un misero 1,3 del Pil contro la media europea del 2,2.
Questa è l’inquietante fotografia scattata da Save the Children, l’onlus che incrociando dati di ricerche ed elaborazioni, lancia una nuova campagna – “Ricordiamoci dell’infanzia” – fatta di analisi ma anche di proposte concrete e di indicazioni sul modo per recuperare i fondi necessari a trasformare i sogni, bisogni e soprattutto diritti dei più piccoli in realtà  tangibili. Il messaggio è ovviamente indirizzato al governo: così, a lanciare lo slogan dai cartelloni sono tre bambini che vorrebbero essere idealmente le personificazioni infantili dei ministri Fornero, con aria compunta, Passera e del premier Monti, con occhiali tondi professorali sul volto da bimbo decenne.
«La prima cosa da fare per arrestare questi trend è varare subito un piano nazionale di lotta alla povertà  minorile considerando le spese per l’infanzia non un costo, ma un investimento sul futuro del Paese, sugli adulti di domani». Parla con passione Claudio Tesauro, presidente di Save the children, mentre racconta le proposte della onlus che si basano su alcuni punti cardine: interventi di sostegno alle famiglie in condizione di povertà  estrema, come ulteriori sgravi fiscali per ogni figlio, vaucher per i beni essenziali. E servizi per il sostegno alla genitorialità , come un piano per costruire più asili nido, magari riutilizzando spazi tolti alla mafia o agli evasori; misure di sostegno al lavoro femminile e per favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia, con l’introduzione di un fondo di garanzia per mamme imprenditrici in modo da favorirne l’accesso al credito.
«Se almeno parte delle risorse recuperate dalle misure varate del governo venisse destinate all’infanzia a rischio, nel giro di un anno si potrebbe dimezzare il numero delle famiglie con bambini in condizioni di povertà  assoluta, facendo uscire da questa situazione 300mila piccoli». Per fare tutto ciò servono circa 12 miliardi euro. Per recuperarli la onlus propone innanzitutto l’introduzione di una «golden rule sull’infanzia», ovvero la definizione di criteri in base ai quali le spese destinate all’infanzia e alle famiglie vengano tolte dal calcolo dell’indebitamento del paese. Poco più di 2,5 miliardi si potrebbero ricavare dall’evasione fiscale recuperata, 35 milioni dall’immediata destinazione del 4 per cento dei diritti audiovisivi sportivi, 440 milioni dal reinderizzo dei fondi comunitari. Altri 410 milioni si potrebbero recuperare dai soldi che le fonle banche stesse – di destinarne il 30 % ai minori.


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