SE IL MIO PAESE SCEGLIE L’ISOLAMENTO

Loading

È una svolta: fino a ieri, i confronti tra Germania e resto del mondo libero vertevano su grandi scelte politiche, dal rapporto Europa-Usa al rapporto Est-Ovest, fino all’errore recentissimo tedesco di non stare a fianco di Londra e Parigi contro Gheddafi. Ci si confrontava ma alla fine ci si capiva, tra alleati nel mondo democratico. Oggi è diverso, ci si divide sull’euro, sui soldi.
Io non sono certo l’avvocato difensore di Angela Merkel, ma è un fatto: per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale la Bundesrepublik tiene in conto il rischio dell’isolamento. Dall’inizio, Merkel ha fatto un enorme errore: pensa solo a restare al potere e a rispettare gli umori degli elettori. La cancelliera non ha mai tenuto finora il necessario grande discorso sull’Europa. Dice solo che ci vuole più Europa ma non spiega cosa vuol dire. E questa sua vaghezza esaspera paure della gente e senza saperlo apre spazio ai populisti. Dovrebbe schierarsi. Mi aspetterei da lei che dicesse ai tedeschi: o torniamo al marco, o facciamo un euro del Nord, e questo significa secondo il ministero delle Finanze 4000 miliardi, cioè 2 anni di prodotto interno lordo e il doppio dei costi della riunificazione. Oppure cerchiamo di portare ancora avanti il progetto europeo, e ciò significa un po’ di costi. Merkel non pronuncerà  mai un simile discorso, non lo sa fare.
Eppure lei è la più popolare. Perché detto brutalmente la gente pensa ai soldi, e vede l’Europa come un pozzo senza fondo. Mettiamoci nei panni del tedesco medio, pensiamo come lui a soldi, pensione, welfare, sicurezza del futuro e per i figli. Bisogna capirlo. Non si tratta di un trend verso un isolazionismo xenofobo, bensì solo del comprensibile desiderio di salvarsi, come cittadini d’una società  operosa, solidale anche con gli immigrati, di una società  dove per finanziare il welfare tutti accettano altissime aliquote fiscali, e chi imbroglia viene punito.
È possibile che qui la gente cominci a pensare di salvare prima la Germania, poi l’Europa. Pensiamo prima a noi e ai nostri figli, il trend è già  presente. L’isolamento, o l’isolazionismo, sono i grandi temi. I tedeschi in maggioranza dicono “siamo pronti ad aiutarvi ma non potete chiederci di andare in bancarotta per voi”. Gli italiani o i francesi sarebbero pronti a mettere tanti soldi di oggi e domani a rischio per il resto d’Europa?
Il rischio è che sorga in Germania un partito di massa antieuropeo. Questo può essere un grande pericolo futuro per tutti. Posso anche immaginare un’Europa con un euro del Nord, uno del Sud, e altre valute – sterlina, corona svedese, zloty polacco – che continui a crescere insieme. Il progetto di un’Europa unita non s’identifica col progetto dell’euro, forse dobbiamo immaginare un’Europa oltre l’euro. Il pericolo è che, se fallisce l’euro, quell’Europa cresca continuando a fare affari in un clima di nuovo inizio, ma segnato da profonde reciproche diffidenze. Risvegliate dopo decenni in cui sembravano scomparse, invece si erano solo addormentate nel dopo-45, dopo secoli di guerre e odi tra europei.


Related Articles

Israele, la Ue protesta per le colonie

Loading

Convocati gli ambasciatori in 5 paesi. Lo Stato ebraico: altre 1600 case a Gerusalemme est   

Bolivia, in golpe si conclude in un parlamento deserto

Loading

L’autoproclamata presidente ad interim sfrutta l’assenza dei deputati del Mas che annunciano: «Non la riconosciamo»

L’Ucraina firma l’accordo con la Ue Arrivano 100 osservatori dell’Osce

Loading

Van Rompuy e Merkel confidano nella missione di 100 osservatori dell’ Osce in Ucraina. Ampliata la lista di alte personalità russe colpite dalle sanzioni

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment