Emergenza teppisti Cameron manda gli scout per combattere le gang

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LONDRA – Dove non è arrivato lo Stato arriveranno i lupetti. Contro la guerra tra bande che infiamma le periferie inglesi sono pronti i rinforzi in divisa scout: diecimila ragazzini perduti tra droga e risse, tra sangue e far nulla, saranno reclutati e tolti dalla strada in un piano da dieci milioni di sterline finanziato dal governo Cameron. Si comincia il prossimo mese da Tottenham, dove esplose la rivolta che lo scorso agosto travolse Londra per quattro giorni infernali. 
Il piano, anticipato ieri dal Times, prevede di insediare nelle strade più difficili dei quartieri caldi 400 nuovi club delle associazioni di volontariato riunite in “Youth United”, una sigla che raccoglie tutte quelle caratterizzate da una forte disciplina e in cui normalmente è prevista una divisa. Ci saranno gli scout e le loro coniugazioni al femminile di Girlguiding e al maschile della Boys Brigade, certo, ma non solo: si va dai cadetti volontari di polizia ai militi di pronto soccorso del St John Ambulance, dai giovani volontari dell’esercito a quelli della Royal Airforce. Tutte associazioni normalmente presenti e attive nei quartieri borghesi e fuori dalle aree urbane, molto middle class ma entusiaste all’idea di provare a colonizzare i territori di frontiera in cui spadroneggiano le gang. Un progetto a cui hanno immediatamente aderito in massa, quindi, impegnandosi a cofinanziarlo di tasca propria con una cifra pari alla metà  del finanziamento pubblico: per renderlo sostenibile, aggiungeranno alla cassa 5 milioni di sterline.
Sepolta dalla crisi economica, quella che prova a rifiorire è la Big Society con cui Cameron vinse le elezioni, l’idea magica di affidare direttamente al popolo la gestione dei servizi pubblici che lo Stato non riesce a garantire. La benzina dell’entusiasmo viene dalle prove generali delle Olimpiadi, dove il volontariato ha preso in mano la realizzazione concreta di migliaia di eventi trasformando gli incubi della vigilia nel trionfo di London 2012. Ora, dunque, si fa sul serio: la prima vera scommessa di cambiamento radicale di un quartiere malato attraverso la buona volontà , l’energia e le competenze dei suoi stessi inquilini parte esattamente dove la malattia ha colpito più duramente. Sarà  Tottenham, nel nord di Londra, a ospitare i primi club. Poi il progetto si allargherà : Birmingham, Bradford, Manchester, Middelsborough… Quarantacinque trincee perdute da ricolonizzare sono già  state scelte, le altre saranno decise entro Natale. 
Le nuove sedi nasceranno soprattutto dentro stazioni di polizia o dei vigili del fuoco, e comunque in edifici pubblici. È un altro modo di tenere serrate le redini di un progetto tanto ambizioso quanto difficile: bisogna riprendere in mano quartieri in cui le scuole hanno il metal detector per provare a non far entrare pistole e coltelli, e nei quali un morto ammazzato non finisce più nemmeno sui giornali. Le associazioni si impegnano a trovare e formare gli educatori: ne serviranno almeno 2.700, adulti di buona volontà  e carattere equilibrato, con abbastanza tempo da dedicare all’avventura. Anche questa non è una partita scontata: «Abbiamo 500mila ragazzi iscritti più altri 30mila in lista d’attesa perché ci mancano educatori», ha scritto il responsabile della Scout Association britannica, Derek Twine, in un commento alla notizia. 
Lavorando braccio a braccio con il governo per preparare lo sbarco, i responsabili delle branchie di Youth United si sono dati due anni e mezzo di tempo per realizzare l’intero progetto da 15 milioni di sterline complessive, quasi 19 milioni di euro. Un bello sforzo, con un’economia in declino per il terzo trimestre consecutivo: -0,5% secondo gli ultimi dati annunciati venerdì. E c’è già  chi protesta: le associazioni escluse come le charities, gli enti caritatevoli, temono che questa mossa finirà  semplicemente per dirottare altrove fondi destinati a loro, con il rischio di appesantire gli effetti già  devastanti delle “martellate ricevute con i tagli”. Senza contare che «la disoccupazione giovanile resta sopra la soglia del milione – avverte sir Stephen Bubb, che rappresenta i responsabili di queste associazioni – e se il governo non farà  passi avanti sul fronte dei tagli e del lavoro giovanile i progetti come questo rischiano di lasciare comunque aperta una profonda voragine». Cameron, in crisi aperta di consensi nell’elettorato conservatore, ci ha giocato il jolly del suo destino politico.


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