Sud, rilanciate 50 zone franche urbane e tornano gli sconti per le assunzioni

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ROMA — Un pacchetto antirecessione d’urgenza per contenere il disagio provocato dalla crisi e gettare le prime premesse per il rilancio. Il piano, contenuto in dieci cartelle e intitolato “Strumenti diretti per impresa e lavoro nel Sud”, sarà  presentato oggi dal ministro per la Coesione Fabrizio Barca (accompagnato dai colleghi Fornero, Passera e Profumo) a Cgil-Cisl-Uil e alla Confindustria nell’ambito del tavolo tecnico che segue il vertice di ieri. Il pacchetto di «aiuti per contenere il peso della recessione » punta ad interventi per imprese, lavoratori e contro la marginalità  sociale. Previste misure per le aree industriali, rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, rilancio delle zone franche urbane, riattivazione del credito d’imposta per le assunzioni e azioni anti-povertà .
Le risorse, le uniche in questo momento di grave ristrette delle finanze pubbliche, verranno dalla riprogrammazione dei fondi strutturali europei prevista per ottobre: in pratica soldi impegnati su progetti incagliati saranno spostati verso le urgenze.
Il governo ha intenzione di rilanciare le 50 zone franche urbane (varate da Bersani quando era ministro dell’Industria, poi modificate da Tremonti e ora rimaste lettera morta). Si tratta di aree di forte disagio socio-economico dove le micro-imprese e le piccole aziende potranno benefici avere di sconti Irpef e Imu attraverso il meccanismo de minimis (ovvero senza il bisogno di mettere in campo le lunghe procedure di notifica alla Commissione europea) fino ad un tetto di 200 mila euro in tre anni. La cifra ipotizzata di fondi riprogrammabili da parte del governo è di 300 milioni. Accanto a questa misura sono previsti interventi per le aree industriali in crisi: si tratta di azioni d’urgenza che passeranno per i cosiddetti «contratti di sviluppo» (sulla scia di quanto è stato fatto con i 300 milioni dell’Ilva di Taranto).
L’altro pilastro su cui poggia il pacchetto riguarda il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga (cioè quella per le piccolo-medie imprese e per il commercio). La Cig in deroga scade il 31 dicembre di quest’anno: il passato governo l’atezza finanziata con i fondi delle Regioni mentre ora si prepara un intervento con i fondi strutturali europei.
Il piano-Barca prevede anche un intervento per rifinanziare il credito d’imposta per l’occupazione. Si tratta di una misura che detassa fino al 50 per cento le assunzioni a tempo indeterminato delle fasce svantaggiate della forza lavoro (disoccupati da oltre sei mesi, donne, giovani, disabili). L’ultimo rifinanziamento risale al maggio dello scorso anno e non è escluso che la misura possa essere retroattiva.
Infine le misure per il disagio. «L’obiettivo – spiega il documento – è di permettere a tali soggetti di superare la recessione senza danni tali da compromettere le opportunità  di vita nella fase di ripresa». Prestazioni monetarie – per complessivi 150 milioni – saranno erogate dai Comuni alle famiglie sotto i 3.000 euro di reddito Isee in grave disagio.


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