Lazio verso il voto il 3 febbraio Election day a rischio

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ROMA — Il 3 febbraio o, al più tardi, il 10. È questa, con ogni probabilità , la data scelta per il voto nel Lazio. In Lombardia e Molise rimane in piedi l’ipotesi del 10 marzo, ma non si esclude che, nel caso di un accordo di tutte le forze politiche, il governo accetti di anticipare la data del voto anche lì. Vicenda complessa, che racchiude in sé problemi tecnici oltre che politici.
Tramontato almeno in parte, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, l’accorpamento di Politiche e Regionali auspicato dal Quirinale per il 10 marzo, le trattative vanno avanti: nel Lazio, il presidente dimissionario Renata Polverini nonostante due sentenze le impongano di scegliere una data «entro cinque giorni» — cioè entro lunedì — comunque, prende tempo. Potrebbe farsi commissariare, ma è più probabile che, visti i continui contatti con il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, si arrivi a una soluzione di compromesso. Individuata, appunto, nelle prime domeniche di febbraio: il 3 — che però, così come il 27 gennaio, potrebbe creare problemi con la presentazione delle liste, un mese prima, subito dopo le festività  natalizie — oppure il 10. Di certo anche il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, punta al «voto presto!», come scrive su Twitter. Dopo l’incontro al Viminale con il ministro Cancellieri, è chiarissimo nel messaggio affidato alla Rete: «Lombardia al voto presto! Se il Lazio vota a febbraio, anche noi abbiamo lo stesso diritto».
Vicenda complessa, come detto. Il Pdl, che nel Lazio cerca un candidato da opporre a Nicola Zingaretti del Pd, sperava in un decreto del governo per l’election day il 10 marzo. Ma l’election day pare tramontato: troppo vicino febbraio, mese scelto per le Regionali nel Lazio. Il governo potrebbe fissare per il 10 marzo le Politiche, anticipando la fine della legislatura, o perfino portarla a scadenza naturale, il 7 aprile. Per la riforma elettorale i giochi, dice il presidente del Senato Renato Schifani, non sono affatto chiusi: ci sarebbero «spiragli per larghe intese».
Questa mattina nel Consiglio dei ministri arriverà  il decreto legislativo di attuazione sull’incandidabilità  dei condannati, contenuta nella legge anticorruzione. Dovrà  disciplinare la durata e i limiti dell’ineleggibilità  per qualsiasi carica politica elettiva, dai consigli circoscrizionali al Parlamento europeo. Prevista per chi si è macchiato di reati gravi (ad esempio, associazione per delinquere di tipo mafioso) subendo condanne fino a due anni, e contro la pubblica amministrazione, come corruzione e concussione. Il governo potrà  individuare altri reati per l’incandidabilità . Più che a una lista, si punterà  su requisiti oggettivi, come condanne definitive a una pena non inferiore a quattro anni per delitti non colposi.


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