Misure cautelari per 13 persone tra studenti e csoa Askatasuna

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Quella giornata è stata anche momento di tafferugli tra forze dell’ordine e manifestanti. E, ieri, la Digos ha notificato tredici misure cautelari nei confronti, in particolare, di studenti e militanti del centro sociale Askatasuna: due arresti domiciliari, sette obblighi di dimora e quattro obblighi di firma. Le accuse sono a vario titolo di resistenza e violenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato.
Il gip, Giuseppe Salerno, ha ritenuto fondati i «gravi indizi di colpevolezza». Nell’ordinanza si parla di «gravità  e intrinseca manifestazione di accanimento verso le forze dell’ordine» dei dimostranti «accompagnata da violenza, indicativa di un odio e astio contro le istituzioni». Secondo il giudice è stata un’azione organizzata con l’intento di arrivare allo scontro. Il network antagonista (csoa Askatasuna, csa Murazzi, gli universitari del Cua e i medi del Ksa) rifiuta l’impianto delle accuse e precisa che nessuno impedì ai lavoratori di manifestare come riportano i «verbali consegnati agli indagati». E sulle contestazioni a Fassino, durante la sfilata, annota la presenza di «una piazza intera che non dà  tregua al primo cittadino, composta non dai soliti facinorosi ma da una larga fetta di popolazione torinese che quel giorno schiumava di rabbia per le condizioni di vita cui sono stati ridotti da un decennio e oltre di amministrazione Pd». Il network assicura: «Noi continuiamo a stare là : nelle lotte, in città  e in valle, in università , nelle scuole e in tutti quei luoghi dove la gente comune inizia ad alzare la testa, stufa di un presente di miseria».
In contemporanea al blitz torinese, a Milano, la Digos ha perquisito alcune abitazioni e indagato sette persone, tra cui tre minorenni, ritenuti tra i responsabili degli scontri del 14 novembre in corso Magenta, in occasione dello sciopero generale europeo. Fanno parte del Collettivo Lambretta e del Casc (coordinamento autonomo studenti collettivi). Durante il corteo, i manifestanti cercarono di sfondare per due volte un cordone degli agenti di polizia a presidio della sede della rappresentanza dell’Ue. I giovani sono tutti indagati a vario titolo per violenze e resistenza a pubblico ufficiale, getto pericoloso di cose, porto abusivo di oggetti atti a offendere e travisamento. Pronta la replica degli Studenti in Movimento: «Vogliono creare un clima di paura nei confronti delle future mobilitazioni. Forti e consapevoli di essere dalla parte giusta, siamo ancora più determinati a scendere nelle strade».


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