E la galassia del Cavaliere vola in Borsa

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MILANO — Mediaset sfida la forza di gravità arrivando a raddoppiare il suo valore in appena sette mesi e sfiorando una capitalizzazione di 4 miliardi di euro. Eppure sul leader italiano della tv commerciali pesano diverse incognite, come quella di una raccolta pubblicitaria che resta in flessione, per non parlare della frammentazione del mercato legata all’avvento del digitale. E sul suo fondatore e primo azionista del gruppo di Cologno, Silvio Berlusconi incombe la sentenza della Corte di Cassazione che dovrà decidere se confermare o meno la decisione della Corte di Appello che ha condannato l’ex premier in merito ai diritti televisivi gonfiati dalla stessa Mediaset. Ciò nonostante alla vigilia della decisione della Cassazione, il gruppo del Biscione ha guadagnato un altro 3,2% a 3,35 euro, il doppio rispetto alla performance dell’indice principale della Borsa di Milano (+1,6% il Ftse-Mib), ma anche le altre aziende satelliti di Fininvest come Mondadori (+5,6%) e Mediolanum (+2,6%) non sono state da meno.
I motivi di tanto entusiasmo stanno nel fatto che se la fiducia in Italia torna a salire, e se gli investitori sono alla ricerca di un azienda che riflette l’andamento dei consumi e dei costumi del Belpaese, a torto o a ragione Mediaset è considerato il titolo da acquistare. Il comparto dei media è infatti quello che più risente dell’andamento del ciclo economico, in questo contesto le tv commerciali del gruppo di Cologno sono l’azienda più grande del Paese, se a questo si aggiunge il fatto che nella buona e nella cattiva sorte, il gruppo ha comunque una forte connotazione politica, ecco che con un
unico investimento su Mediaset, l’investitore può fare diverse scommesse su futuro dell’Italia. Inoltre ieri, la controllata delle torri di trasmissione EiTowers ha annunciato risultati semestrali molto positivi. E in anni di magra per la pubblicità con il 2012 e il 2013, il gruppo controllato da Mediaset al 65%, rappresenta buona parte dei profitti consolidati del gruppo. Stesso discorso per Mondadori, che insieme a una semestrale in rosso ha annunciato che la seconda metà del 2013 sarà migliore della prima, ma anche Mediolanum ha stupito con risultati migliori del previsto.
Fatto sta che ieri il gruppo del Biscione è tornato su livelli che non vedeva più dal luglio del 2011 in attesa dei conti semestrali che saranno annunciati domani. La controllata Mediaset Spagna ha già fatto sapere che il declino della raccolta pubblicitaria rallenta mese dopo mese lasciando ben sperare per il 2014 e ora gli investitori scommettono che anche in Italia sarà lo stesso. Inoltre nel primo trimestre gli esperti erano rimasti sorpresi da alcune scelte di bilancio, che avevano portato il Biscione a annunciare risultati migliori del previsto. Questa politica di accantonamenti, che gli analisti stessi definiscono come «un artificio contabile» aveva permesso a Mediaset di abbellire i conti pur rispettando gli standard contabili vigenti.


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Giovedì prossimo la cabina di regia istituita dal governo tirerà le prime somme su Iva e Imu. Forse ci sarà anche un’altra riunione tecnica lunedì o martedì per definire meglio le opzioni sul campo che oscillano per l’Imu da una esclusione flat per la fascia sotto i 600 euro l’anno a un calcolo più complesso che tenga conto dell’Isee (l’indicatore della ricchezza) in modo da favorire i nuclei familiari più numerosi.

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