Più detrazioni ai dipendenti Sgravi affitti, ex Iacp in vendita

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ROMA — «Il lavoro di queste ore — twitta ieri sera Matteo Renzi — procede molto bene. Domani (oggi per chi legge, ndr.) alle 17 conferenza stampa con i provvedimenti». E «per la prima volta — dice — sarà messa nelle tasche degli italiani una significativa quantità di denaro». Il presidente del Consiglio vuole assolutamente approvare oggi il provvedimento per tagliare le tasse sul lavoro, anche se nella sua squadra di ministri e collaboratori non tutti credono si farà in tempo.
L’intervento dovrebbe essere concentrato sui lavoratori dipendenti a basso reddito attraverso un aumento delle detrazioni Irpef, con i vantaggi maggiori per chi guadagna 15 mila euro l’anno, che potrebbe vedersi aumentare il netto fino a mille euro, compresi i 220 euro già decisi dal governo Letta. Ma queste cifre potrebbero cambiare se gli sgravi venissero estesi ai lavoratori autonomi, soluzione per la quale molto premono le associazioni di categoria. Di certo Renzi accarezza l’idea dei mille euro in più e vorrebbe anche che fossero dati tutti in una volta, magari nella busta paga di aprile o al massimo di maggio. Tecnici e ministri hanno lavorato tutta la notte per vedere se e come si può fare.
Il taglio delle tasse a regime dovrebbe valere 10 miliardi l’anno, quest’anno, visto che il beneficio non si spalmerà su 12 mesi, basterà meno. Alle imprese, che hanno premuto fino all’ultimo per ottenere che i 10 miliardi fossero destinati dal governo a tagliare l’Irap, dovrebbero andare solo semplificazioni e incentivi alle assunzioni, insieme con un disegno di legge che sblocca altre tranche di debiti della Pubblica amministrazione verso le aziende fornitrici.
Ieri la giornata ha visto fasi alterne. Nel pomeriggio sia dal ministero dell’Economia sia dalla presidenza del Consiglio davano per improbabile l’approvazione oggi dei provvedimenti di legge di taglio delle tasse e spiegavano che il Consiglio dei ministri si sarebbe limitato a varare su questo «le linee di indirizzo» perché non erano state ancora trovate tutte le coperture finanziarie necessarie per mettere nero su bianco gli articoli di legge. Ma poi in serata da Palazzo Chigi è appunto arrivata una secca nota che dava per acquisite le coperture. Il bacino potenziale cui attingere sarebbe addirittura di 20 miliardi, spiegavano gli uomini del presidente del Consiglio. Ci sarebbe quindi il margine per trovare le risorse necessarie per il 2014. E così il lavoro dei tecnici è continuato per tutta la notte, forte anche delle indicazioni che il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha riportato dalla riunione Ecofin di Bruxelles. Insomma è scattata una corsa contro il tempo per portare in Consiglio dei ministri non più le linee di indirizzo dal taglio delle tasse ma i provvedimento vero e proprio.
Questa mattina dovrebbe riunirsi il preconsiglio dei ministri, con i tecnici dei vari ministeri che limeranno i testi. Nel pomeriggio la riunione vera e propria del governo, presieduta da Renzi. Il menù prevede molti provvedimenti. Quello già pronto da giorni è il cosiddetto piano casa messo a punto dal ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, già sotto il governo Letta. Un decreto legge che muove 1,6 miliardi che, fra le altre cose, abbassa la cedolare secca sugli affitti a canone concordato dal 15 al 10% e prevede l’alienazione a favore degli inquilini degli immobili ex Iacp.
Ci sarà poi un disegno di legge delega sul lavoro che conterrà i principi guida per la riforma degli ammortizzatori sociali: a regime non ci saranno più gli interventi in deroga ma una indennità di disoccupazione a più ampio raggio di copertura. Nella delega potrebbe entrare anche il contratto di inserimento a tutele progressive. Una forte semplificazione e incentivazione dell’apprendistato dovrebbe invece scattare subito (decreto o emendamento) e forse anche l’allungamento a 3 anni del contratto a termine senza causale. Infine, lo sblocco dei 2 miliardi per l’edilizia scolastica. Anche a questo Renzi tiene molto.


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