Castelli: “Sparare agli immigrati violenti” e l’opposizione insorge: si dimetta subito

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ROMA – «Bisogna respingere gli immigrati, ma non possiamo sparargli, almeno per ora. Le loro violenze potrebbero però obbligare le autorità  ad usare le armi», dice il leghista Roberto Castelli. E nella notte a Genova va a fuoco l’Istituto Casaregis di via Palazzo della Fortezza a Sampierdarena, nel ponente cittadino. Qualcuno ha gettato del liquido infiammabile al pianterreno ed ha appiccato il fuoco: un paio di finestre sono esplose. Altro che abbassare i toni, come aveva invitato il presidente della Repubblica Napolitano. Inutili pure le parole del ministro degli Esteri Frattini che, in mattinata, aveva cercato di gettare acqua sul fuoco definendo «solo uno sfogo» le parole del ministro Maroni sull’ipotesi di far uscire l’Italia dall’Europa dopo la bocciatura dei permessi temporanei ai tunisini. E nel giorno in cui il cardinal Bertone si dice «deluso da un Europa senza spirito solidale», la Lega riparte all’attacco. Le parole di Castelli provocano la richiesta di dimissioni immediate da parte di Pd, Fli e dell’Idv. «Istiga alla violenza e all’odio, pronuncia frasi irresponsabili per un uomo di governo», sottolinea Donadi dell’Italia dei valori. «Parole sconcertanti, inaccettabili, con quale faccia questo esecutivo chiede solidarietà  all’Europa», fa eco Livia Turco. Ma ecco le frasi di Castelli: «Si spara quando si arriva alla violenza. Questi signori, che dovevano già  essere rimpatriati, hanno cominciato a bruciare i materassi. Se poi cominciassero a tirare sassi si risponderebbe con gli scudi e i manganelli, perché così si farebbe nei confronti di ogni un cittadino italiano. E se uscisse qualche arma e cominciassero a sparare noi che cosa dovremmo fare?», si domanda il viceministro. Sparare?, gli viene chiesto. «Contro le Brigate Rosse che abbiamo fatto?» l’inequivocabile risposta. Eppure la giornata era cominciata all’insegna della distensione. Con Bossi che diceva che «no, non si esce dall’Europa, Maroni era solo arrabbiato». Col ministro degli Esteri Frattini che rincarava la dose: «l’Europa una straordinaria opportunità  per il nostro paese» pur denunciando che è «mancato un ruolo politico della Ue in questa vicenda». Europa sott’accusa per molti politici della maggioranza, ma non solo: anche il cardinal Bertone, segretario di Stato Vaticano, ha parole dure. «L’Europa ha profondamente deluso non aiutando l’Italia nell’emergenza e dimenticando il debito che il nostro continente ha con l’Africa che ha tanto sfruttato e a cui ora sembra voltare le spalle». Il tutto mentre Barroso insiste con Tunisi perché accetti i rimpatri, e Maroni che in serata ripete: «I permessi temporanei consentono la circolazione nell’area Schengen. Certo, nel rispetto di certe condizioni».


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