Chiusa la partita delle nomine nuovi presidenti per Eni e Enel

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ROMA – Il governo ha composto il mosaico delle nomine nelle grandi società  a controllo statale, dopo una serrata trattativa con la Lega che fino all’ultimo ha rischiato di rimanere a bocca asciutta. Ieri sono state posizionate le ultime tessere e oggi, giorno di scadenza per la presentazione delle liste, a Borsa chiusa il Tesoro ufficializzerà  i nomi. Conferme per i manager alla guida operativa di Eni, Enel, Poste, Terna. Nuovo amministratore delegato alla Finmeccanica, che sarà  un nome gradito al Carroccio. E volti nuovi alle presidenze, dove la spuntano i “cinquantenni”. Il difficile lavoro di mediazione del ministro dell’Economia Tremonti e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta si è concluso ieri in serata, dopo il via libera arrivato dal premier Berlusconi. Paolo Scaroni e Fulvio Conti saranno confermati ai vertici rispettivamente di Eni ed Enel sulle poltrone di amministratore delegato. Ma le novità  per i due colossi dell’economia italiana arrivano per le presidenze dove Tremonti ha imposto due “giovani”: Giuseppe Recchi andrà  all’Eni, Paolo Andrea Colombo all’Enel. Recchi ha dalla sua l’esperienza internazionale: è attualmente numero uno di General Electric per il Sud Europa e presidente del comitato investitori esteri di Confindustria. La figura ideale per una conglomerata internazionale come l’Eni e che rispetta anche il vecchio detto secondo cui alla guida del “cane a sei zampe” non ci può essere un nome sgradito agli americani. Colombo è un commercialista milanese e superconsulente aziendale, consigliere Eni su indicazione del ministero dell’Economia. Gode della massima fiducia del Tesoro, ed è anche consigliere Mediaset. Andrà  a sostituire Piero Gnudi, presidente Enel dal 2002, considerato troppo vicino all’Udc di Casini per una riconferma. Il caso più complicato è stato quello di Finmeccanica. Pier Francesco Guarguaglini, ora presidente e amministratore delegato della società , viene confermato alla presidenza. Manterrà  alcune deleghe importanti, ma sarà  affiancato da un amministratore delegato operativo e con una posizione “forte”. La scelta dovrebbe cadere su Giuseppe Orsi, già  amministratore delegato Agusta Westland (elicotteri) società  controllata da Finmeccanica, manager gradito alla Lega e vicino anche alla componente cattolica della politica italiana. A Guarguaglini, sfiorato dalle inchieste giudiziarie sulla Selex della moglie ma non indagato, il governo ha riconosciuto grande capacità  nei rapporti internazionali, decisivi per un’impresa che opera nel settore della difesa. Su Orsi insiste la Lega, dopo la rinuncia a un posto nel valzer delle nomine per il suo candidato forte Roberto Castelli. L’ostacolo per l’attuale vicemininistro alle Infrastrutture era proprio il suo incarico di governo: una legge del ‘63 impedisce il passaggio immediato dall’esecutivo a una società  con partecipazioni pubbliche. Orsi, fino ad oggi alla guida di una società  con stabilimenti a Varese, piace comunque alla stessa ala della Lega, quella lombarda del ministro Maroni e dell’onorevole Giancarlo Giorgetti, che aveva insistito per Castelli. Direttore generale con ampie deleghe dovrebbe essere Alessandro Pansa, uomo di finanza e già  manager interno, fortemente sostenuto dal Tesoro (in particolare dal direttore generale Vittorio Grilli). Alle Poste non cambia nulla. Massimo Sarmi resta amministratore delegato e Giovanni Ialongo rimane presidente dopo aver rinsaldato il suo rapporto con il segretario Cisl Raffaele Bonanni (per tradizione la presidenza Poste spetta al sindacato cattolico). Conferme, infine, anche a Terna: Flavio Cattaneo amministratore delegato e Luigi Roth presidente, dopo la rinuncia di Castelli inizialmente indicato proprio alla presidenza della società  della rete elettrica. Ma per il rinnovo dei vertici di Poste e Terna c’è più tempo, potrebbero arrivare sorprese.


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