Il primo maggio Cgil, Cisl e Uil separati in piazza

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BOLOGNA – Da separati in casa al divorzio. A Bologna nemmeno il Primo maggio riesce più a tenere assieme la Cgil da una parte con la Cisl e la Uil dall’altra. Così dopo 66 anni, sotto le due torri si celebrerà  la festa dei lavoratori in ordine sparso. Una divisione che appare difficilmente sanabile dopo che alle tensioni nazionali si sono aggiunti di recente altri scambi di accuse a proposito del rinnovo del contratto dei lavoratori della Fiera cittadina. In questo clima Cisl e Uil addebitano ai rivali l’arroganza di aver prenotato tutte le piazze del centro impedendo di fatto manifestazioni alternative. Tanto da far esplodere la rabbia degli esclusi i quali ora minacciano di rompere su tutta la linea, occupare simbolicamente piazza Maggiore e sfilare in modo provocatorio con le loro bandiere tra quelle rosse della Camera del lavoro. Ieri la tensione era così alta da indurre il segretario provinciale Cisl Alessandro Alberani a mettere al corrente della situazione il prefetto, il questore e il commissario Anna Maria Cancellieri che regge le sorti del comune bolognese. I sentori del divorzio si erano manifestati già  un mese fa quando l’omologo di Alberani in Cgil, Danilo Gruppi, aveva anticipato che «non c’erano le condizioni per una gestione unitaria del Primo maggio». In sostanza, esisteva una divergenza sulla formula neutra, già  collaudata l’anno scorso, che avrebbe previsto un maxischermo in piazza a trasmettere le immagini della manifestazione nazionale a Marsala e nessun comizio ufficiale per non evidenziare divisioni. In una lettera del 31 marzo Alberani invitava la Cgil a ripensarci, ma la risposta di Gruppi martedì ha ribadito il proposito di festeggiare separatamente lasciando comunque aperto uno spiraglio di trattativa. Tutto è però precipitato ieri quando il segretario Cisl ha reso pubblico il carteggio «amareggiato, demoralizzato e dispiaciuto» per il comportamento degli ex compagni di viaggio. «Chi guida la Cgil a Bologna ha fatto una scelta per entrare nella storia e restarci in modo sbagliato» ha commentato sferzante. Ma Gruppi, apprendendo la notizia della pubblicazione del carteggio durante lo svolgimento dell’assemblea dei delegati, ha replicato citando i numerosi «atti ostili nei nostri confronti» non ultimo la definizione, da parte della Cisl, di «sindacato giallo» (affermazione smentita dagli accusati) nell’ambito del citato contratto dei lavoratori della Fiera. «Abbiamo fatto un tentativo di ricomporre le divergenze, ma loro ci hanno risposto a badilate» si è sfogato Gruppi il quale, nella lettera in cui annuncia la decisione del Primo maggio separato, motiva la rottura dell’unitarietà  della festa anche con la necessità  di «dare visibilità » alle ragioni che hanno indotto il segretario Susanna Camusso a «proclamare lo sciopero generale del 6 maggio». Ragioni che, ha ipotizzato il segretario Cgil, «non sarebbero state condivise da Cisl e Uil». E mentre il leader bolognese Uil Gianfranco Martelli accusa la Cgil di «aver scippato la festa», la decisione della Camera del lavoro bolognese è stata duramente criticata anche dal segretario nazionale Cisl Raffaele Bonanni che l’ha definita «estremista», mentre il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi si rammarica di «un paese diviso in cui vengono meno anche i valori condivisi». D’accordo con la decisione della Cgil di Bologna è invece il segretario Fiom Giorgio Cremaschi che vorrebbe estendere questa iniziativa a tutta l’Italia.


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