Svimez, Italia a due velocita’ ma Nord da solo non regge

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Per il presidente di Svimez, Adriano Giannola, non e’ vero che oggi ”c’e’ un problema di crescita che riguarda soprattutto il Sud”, mentre da solo il Nord ”sarebbe una molla pronta a scattare al primo segno di ripresa: il Mezzogiorno si propone come opportunita’ strategica del sistema Italia”. Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, e’ convinto che la risoluzione della questione meridionale ”non è solo un problema di risorse ma di capacità  della classe dirigente”. C’e’ un ”vero e proprio stallo nella capacità  delle Istituzioni di elaborare strategie complessive e nazionali” denuncia Fini secondo il quale ”il ritardo di sviluppo del Sud costituisce uno spreco di potenzialità  ormai intollerabile, la rappresentazione più eloquente di una palese inadeguatezza della politica ad affrontare i problemi del Paese”.

SUD, SVILUPPO SENZA OCCUPAZIONE: Nel 1861 il Pil tra le due Italie era simile, mentre nel 2009 quello del Sud risultava pari solo al 59% del Centro-Nord. Secondo Svimez, la causa principale del divario e’ la carenza di occupazione: nel 1951 il tasso di occupazione del Sud era pari all’81% del Centro-Nord, nel 2009 era fermo al 68,9%. Nel secondo dopoguerra, durante la golden age, il Pil pro capite cresceva ogni anno al Sud quasi come al Centro-Nord (4,6% contro 4,8%) grazie anche agli investimenti industriali statali (aumentati del 7,9% contro il 6,3% del Centro Nord), alle grandi aziende (dal 1951 al 1981 il numero medio di addetti nelle imprese aumenta da 11,6 a 48,7, mentre al Centro-Nord si scende dai 69,6 ai 52,4) e all’operato della Cassa per il Mezzogiorno. E mentre si creavano questi posti di lavoro, dal 1951 al 1974 dal Sud migravano 4,2 milioni di cittadini, attenuando in questo modo gli squilibri di mercato.

MA SUD RECUPERA IN QUALITA’ VITA: Nel 1910 il divario tra Nord e Sud per speranza di vita era molto forte. In Veneto si viveva 4 anni in piu’ che in Campania (47,8 rispetto a 43,6), 8 anni piu’ che in Puglia (47,8 rispetto a 39,2). Nel 1970 la speranza di vita al Sud arrivava invece a 69,9 anni contro i 69 della media nazionale, due anni in piu’ del Nord-Ovest (68). –

MIGLIORA ANCHE LIVELLO ISTRUZIONE, CON SORPASSO FINALE: Nel 1861 gli analfabeti al Sud erano l’87% della popolazione, contro il 67% del Centro-Nord. Nel 1951 erano scesi al 24,4%. Quanto al tasso di scolarizzazione, la rincorsa ha fatto addirittura segnare un sorpasso: nel 2009 il tasso di iscrizione all’Universita’ era del 33,5% al Sud e del 33,1% al Centro-Nord (nel 2009 51,5% contro 42%). Guardando agli anni di istruzione pro capite, la differenza tra Mezzogiorno e Centro-Nord nel 2010 si era ridotta a mezzo punto percentuale (9,6 anni contro 10,1).

IL CASO FERROVIE, UNA SITUAZIONE ALTALENANTE: Nel 1861 in tutto il Mezzogiorno i km di ferrovie erano soltanto 184, contro i 2.336 del Centro-Nord. Nel 1912 erano aumentati di 5 volte al Centro-Nord (10.274) e di 70 al Sud (7.101 km). Nel 1938 il Sud superava il Nord (76,8 km rispetto a 73,7 su mille km di superficie), mentre nel 1958 la situazione era di pareggio (71 km contro 72,1). Nel 2009, infine, i km erano al Centro-Nord 10.895 (61,1 su mille di superficie), al Sud 5.731 (46,6 km ogni 1.000).


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