Enac, perquisita una società  del Tesoro nel mirino il “patto” Morichini-Pronzato

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ROMA – L’inchiesta per corruzione e frode fiscale su Vincenzo Morichini e il suo “Sistema”, sul “facilitatore” dall’importante portafoglio clienti, «con buoni rapporti nel Pd», fundraiser della Fondazione Italiani Europei di Massimo D’Alema, cammina spedita. Promette di investire, dopo l’Enac, altri enti pubblici e aziende private che, nel tempo, hanno “lavorato” con Morichini, dissimulando tangenti con “fatture di consulenza” farlocche. Martedì, infatti, mentre entravano in carcere Franco Pronzato (consigliere di amministrazione di Enac ed ex responsabile nazionale per il trasporto aereo del Pd), il suo sodale e “socio di fatto” Giuseppe Smeriglio, i proprietari della “Rotkopf aviation” Viscardo e Riccardo Paganelli, con l’accusa di aver comprato per 68 mila 800 euro certificati di abilitazione al volo e la gara per le tratte Elba-Firenze, Elba-Pisa, la Guardia di Finanza perquisiva, a Bresso (Milano) e Roma, la “Rdz Sistemi” e la “Gse spa”, la società  Gestore dei servizi energetici, partecipata al 100 per cento dal Ministero dell’Economia e incaricata dell’erogazione di finanziamenti pubblici alla produzione energetica da fonti rinnovabili. Nel decreto di perquisizione firmato dal pubblico ministero Paolo Ielo, il richiamo al reato di false fatturazioni per prestazioni inesistenti e ad un appalto del 2010 bandito dalla “Gse” e vinto dalla “Rdz”, una srl con core business nella sicurezza informatica. I militari – per quanto riferiscono fonti investigative qualificate – sapevano a quali porte bussare. Gli uffici del rappresentante legale e amministratore unico della “Rdz”, Riccardo Del Zenero, e quelli del responsabile acquisti, Mauro Rossini, e del rappresentante legale, Nando Pasquali, della “Gse”.
La “visita”, a stare ancora alle stesse fonti investigative, «è stata proficua». Ma, del resto, non è la prima volta che la “Gse” affaccia negli atti istruttori del pm Ielo. A parlarne, mesi fa ormai, è Pio Piccini, l’imprenditore fallito, già  cliente di Morichini, che per primo denuncia la natura storta del suo lavoro di lobbying. In uno dei suoi interrogatori, Piccini ricostruisce infatti come, attraverso Morichini, «si cominciò a parlare e si cominciarono ad avere rapporti anche con il mondo “Gse”, per capire se era possibile sviluppare attività ». E questo, aggiunge, perché Morichini «aveva oggettivamente grossi rapporti in “Gse”, anche se non so dire se avesse con loro un contratto (di consulenza ndr.)». Non è dato sapere se, al momento, per questo nuovo appalto “Gse” ci siano state o meno nuove iscrizioni (a cominciare dai destinatari della perquisizione). Ma è chiaro che, da qui, da “Gse”, ripartirà  l’interrogatorio dello stesso Morichini, circoscritto, l’8 giugno scorso alla sola tangente Enac (i 40 mila euro consegnati a Pronzato nella sua casa di via Frattina). Verrà  sentito dal pm la prossima settimana, dopo che il gip avrà  esaurito gli interrogatori di garanzia di chi è stato arrestato martedì. Oggi toccherà  a Pronzato (detenuto nel carcere di Marassi), domani a Paganelli padre e figlio. Alle loro risposte è legato il capitolo “politico” dell’inchiesta. Viscardo Paganelli dovrà  infatti chiarire a che titolo la sua “Rotkopf” versò denaro ai politici e agli amministratori (sette in tutto i nomi, compreso quello di Pronzato) annotati nel “pizzino” trovato durante la perquisizione dei suoi uffici. Se l’imprenditore dovesse confermare quello che l’inchiesta ha altrimenti già  accertato sul consigliere di amministrazione dell’Enac (che quel denaro erano tangenti), allora il pm procederà  all’iscrizione di quei nomi al registro degli indagati per corruzione. La Politica aspetta questo momento e tace. L’Enac, invece, ha annunciato l’avvio di un’inchiesta interna per capire cosa sia accaduto nelle sue strutture amministrative. Quelle che, per la prima volta in Italia, abilitarono un “monomotore” (il Cesna della “Rotkopf”) al volo passeggeri.


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