Barroso: “Situazione grave, in gioco l’euro”

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BRUXELLES – Forse mai un summit franco tedesco si era svolto in un clima di tensione paragonabile a quello che ha accompagnato ieri l’incontro a Berlino tra la cancelliera Merkel e il presidente Sarkozy. Solo una intesa tra i due, infatti, o meglio un ammorbidimento della posizione tedesca, può consentire al vertice europeo che si apre oggi a Bruxelles di trovare una soluzione che permetta di salvare la Grecia dalla bancarotta ma soprattutto di fermare l’assalto dei mercati al debito europeo: una guerra in cui l’Italia si trova ormai in prima linea.
Il senso dell’importanza del momento è stato espresso ieri dal presidente della Commissione, Barroso, che ha abbandonato la sua proverbiale prudenza per lanciare un duro richiamo ai leader: «Non facciamoci illusioni, la situazione è molto seria e richiede una risposta altrimenti gli effetti negativi della crisi si estenderanno a tutta la zona euro e oltre. La verità  è che siamo tutti interdipendenti. Non è più il momento di spiegare quello che non si può o non si vuole fare. Ora è il momento di indicare quello che si può e si vuole fare, oppure sarà  la storia a giudicare duramente questa generazione di leader».
L’appello, anche se non la cita esplicitamente, è rivolto ad Angela Merkel. La cancelliera tedesca da mesi tiene in scacco l’Europa impedendo un impegno credibile che metta la Grecia definitivamente al sicuro dall’assalto dei mercati. E ieri, agli appelli di Barroso, si è aggiunta una telefonata del presidente americano Obama, che ha chiamato la Merkel per fare pressioni affinché eviti una crisi che potrebbe allargarsi dalla Grecia all’Italia e alla Spagna e innescare un effetto domino. I due hanno concordato «sulla necessità  di affrontare questa crisi in modo efficace», si legge in un comunicato diffuso a Washington e Berlino.
Anche la Bce è tornata alla carica, e questa volta lo ha fatto per bocca del membro tedesco del board della Banca centrale, Jurgen Stark. Dopo aver ancora una volta diffidato da ogni soluzione che comporti un default greco, Stark ha invitato chiaramente i leader a consentire al fondo salva stati (EFSF) di intervenire per comprare i titoli dei Paesi sotto attacco sul mercato secondario.
E’ questa, al momento, la soluzione che trova il più ampio consenso tra i dirigenti europei e che, sia pure indirettamente, equivarrebbe a dare il via a quegli eurobond chiesti con insistenza da Tremonti e Juncker. Ma ancora una volta la proposta si scontra con il veto tedesco e con la condizione posta da Berlino di un coinvolgimento del settore privato.
Come sempre, è toccato a Sarkozy il compito di cercare di vincere le reticenze della cancelliera. Dopo una telefonata martedì, il presidente francese è volato a Berlino. Si sa che Parigi è sempre più insofferente per l’egoismo della Germania. La portavoce dell’Eliseo ha parlato di «reticenze tedesche». Ma il Canard Enchainé riferisce di uno sfogo riservato del presidente francese: «I greci fanno ciò che possono. Hanno già  fatto molto, e noi anche. Gli unici che non danno prova di solidarietà  sono i tedeschi. L’egoismo tedesco è criminale: mantiene viva la crisi».
Prima dell’incontro di ieri il portavoce della Merkel ha rilasciato dichiarazioni rassicuranti: «Siamo fiduciosi che si troverà  una buona soluzione che consenta di far avanzare le cose». Ma la stessa cancelliera, poco prima, aveva messo in guardia contro le speranze che il vertice di oggi potesse portare a decisioni epocali. I mercati, comunque, ieri hanno dato segni distensivi, anticipando un cedimento dell’intransigenza di Berlino. A risentirne, sia pure lievemente, sono stati i bund tedeschi che hanno registrato un lieve calo.


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