La Thailandia vota e torna a Thaksin sarà  premier la sorella del magnate

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BANGKOK – La Thailandia torna a contarsi oggi alle urne dopo essersi leccata per oltre un anno le ferite della breve guerra civile. Novanta morti, centinaia di feriti, una città  in fumo e fiamme. Bangkok è già  passata attraverso un completo restyling e le tracce delle devastazioni, del sangue e delle barricate sono solo un ricordo, ancora brutto ma temporaneamente rimosso. Nondimeno l’impressione rimasta nel popolo di quelle scene violente conterà  più di ogni previsione al momento di entrare nella cabina del voto e tracciare una croce sul candidato scelto. Ce ne sono sostanzialmente due a contendersi il posto da primo ministro, un uomo, l’attuale in carica e capo dei Democratici Abhisit Vejjajiva, 47 anni, e una donna, Yingluck Shinawatra, 43 anni, sorella dell’ex premier esiliato, nonché ispiratore delle Camice rosse che occuparono il centro di Bangkok. Dietro di loro si preparano a governare o a opporsi gli stessi schieramenti che portarono a un principio di guerra civile nella primavera-estate del 2010.
Dal voto si prevede una netta vittoria di Yingluck destinata sulla carta a diventare il primo premier donna della Thailandia. E’ bella, intelligente, ha diretto una delle grandi imprese di famiglia, ha allevato un bambino di nove anni che la segue come un fan ai comizi. Ma soprattutto è la “candidata del popolo”, come lo fu per molti anni suo fratello, promotore di discutibili finanziamenti facili a tasso zero per tutti, aiuti finanziari ai villaggi, sanità  semi gratuita. Che si tornerà  alla stessa politica populista dopo la vittoria è stato detto a ripetizione da Yingluck durante tutti i comizi, vestita da contadina nei campi del settentrionale Isaan roccaforte dei Thaksin o da donna elegante dell’alta borghesia alle cene di propaganda della capitale. Non a caso suo fratello ha coniato la celebre battuta, forse consigliata da uno dei suoi pagatissimi consulenti di immagine: «E’ il mio clone». E lei di rimbalzo: «E’ stato come un padre per me».
Resta il fatto che sebbene gli scommettitori diano la bella Yingluck sette su dieci vincitrice, nemmeno tale schiacciante maggioranza porterà  automaticamente stabilità  a un Regno in trepidazione. Poco dopo l’insediamento verrà  il momento più delicato e inevitabile: quando la nuova premier cercherà  di far passare la legge di amnistia per suo fratello e altri leader e militanti delle camice rosse oggi agli arresti o sotto processo per reati gravi come insurrezione e omicidio.
Per la sicurezza delle operazioni di voto, che si concluderanno in serata e continueranno con i conteggi per altri due giorni almeno, sono stati schierati 170 mila uomini della polizia e dell’esercito. Ma secondo molti osservatori, il rischio di eventuali disordini è solo rimandato alla fase dell’eventuale ritorno di Thaksin, mentre si seguono con altrettanta preoccupazione le condizioni di salute del riverito monarca Bhumibol Adulyadeji, da due anni ormai ricoverato in ospedale. Comunque andrà  a finire, tutti sanno che i fantasmi di Bangkok non se ne andranno facilmente.


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