«Troppo potere ai media» Le scuse di Cameron

Loading

LONDRA — È tornato. David Cameron, la cui presenza durante i momenti più caldi della vicenda delle intercettazioni è stata tutt’altro che assidua, si è presentato ieri alla Camera dei Comuni e per più di due ore ha risposto alle domande dei deputati, 136 in totale.
Con il senno di poi, ha precisato, non avrebbe assunto l’ex direttore del News of the World Andy Coulson come addetto stampa: gli dispiace che la sua decisione abbia causato «furore» , ma non si è scusato, come invece chiedeva a gran voce il partito laburista. «Sono all’antica, credo ancora nella presunzione d’innocenza, tutt’ora non ci sono prove che Coulson sapesse delle intercettazioni» .
Se dovesse emergere che Coulson ha mentito non solo a lui, ma anche alla polizia e al Parlamento, allora, ha precisato il premier, presenterà  le sue più sentite scuse. Per i conservatori, gli ultimi giorni non sono stati propizi. I sondaggi li danno in calo; per limitare i danni serviva un intervento forte e Cameron ha fatto del suo meglio. «Non ho mai avuto conversazioni inappropriate con i vertici di News International sulla manovra d’acquisto di BSkyB» , ha sottolineato, ricordando che per evitare ogni sospetto aveva messo la decisione in mano a Jeremy Hunt, ministro per la cultura e i media. Non contenti, i deputati hanno insistito sulla questione chiave: di cosa ha parlato, allora, durante i 26 dichiarati incontri con esponenti della società  di Murdoch».
 Infastidito, il premier ha ribadito la sua totale estraneità  ai fatti e ricordato che ci sono problemi ben più gravi in Gran Bretagna, come la necessità  di riconquistare la fiducia della gente e la situazione economica. Cameron ha annunciato inoltre che l’inchiesta sulle intercettazioni, che verrà  condotta dal giudice Sir Brian Leveson, coprirà  non solo la carta stampata, ma anche le televisioni, Internet e i social media. Tra i suoi compiti, c’è quello di esaminare se sia opportuno cambiare la legge sulla proprietà  degli organi d’informazione. «Non dovremmo permettere che un gruppo diventi così potente» , ha detto, riferendosi non solo a News Corp, ma anche alla Bbc.
 Il premier non esclude che sia opportuno staccare dal mondo politico la decisione su a chi appartengono gli organi d’informazione. «Dobbiamo essere— ha sottolineato — al di sopra di ogni sospetto» . All’indomani dell’audizione in Parlamento, Rupert Murdoch ha lasciato il Regno Unito, non prima, però, di contattare per email tutti i dipendenti del gruppo. «Stiamo facendo il possibile — ha scritto— per fare luce sul passato ed assicurarci che i seri problemi che abbiamo avuto non si verifichino più» . «Sono sicuro — ha precisato — che emergeremo una compagnia più forte» .


Related Articles

Raid e crisi. L’alba «nera» della Grecia

Loading

Il partito di estrema destra cresce ancora nei sondaggi e i suoi deputati si rendono protagonisti di pestaggi contro gli immigrati. La situazione è esplosiva, tra disoccupazione e guerra tra i poveri

La primavera russa

Loading

Le elezioni macchiate dai brogli hanno trascinato in piazza una generazione di ribelli che sfidano il governo Putin. A guidarli un blogger, Aleksej Navalnjy: “Siamo usciti dai computer e ora hanno paura di noi”. È una voglia di ribellione che nasce da temi lontani dalla politica. L’indignazione cittadina verso un potere arrogante e persecutorio che controlla tutto  

Il nuovo ordine mondiale di Trump

Loading

Helsinki. Con Trump, è impossibile cercare una visione coerente che ispiri le sue scelte. Ma il loro susseguirsi non è disordinato

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment