L’Hezbollah sbarca a Cuba «Prepara nuove azioni»

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La trasferta dei tre è destinata a durare. Hamia, con l’approvazione del segretario Nasrallah, ha deciso di aprire una «base» a Cuba ed ha messo a disposizione del piano — conosciuto come Dossier Caraibi — un budget robusto. Oltre un milione e mezzo di dollari. Lo sbarco all’Avana non deve sorprendere. Da anni l’Hezbollah, spesso per conto dell’Iran, agisce nei Paesi dell’America Latina. I punti di forza sono a Ciudad del Este (Paraguay) e in Brasile, ma gli estremisti si sono installati in molte città  di frontiera e in Venezuela. Raccolgono fondi, trafficano e tengono pronte delle cellule nel caso ci sia bisogno di agire contro gli avversari. Per due volte gli Hezbollah, assistiti dall’Iran, hanno colpito in Argentina: l’ambasciata israeliana e la sede dell’associazione ebraica. L’avamposto cubano avrà , inizialmente, un ruolo logistico. Gli Hezbollah dovranno creare punti d’appoggio, acquisire e produrre documenti di Paesi sudamericani, reclutare informatori ed entrare in contatto con i trafficanti che muovono uomini e cose. Una volta creato il network, i guerriglieri si terranno pronti a nuove missioni. Da Cuba, si raggiunge, lungo le rotte dell’immigrazione clandestina, il Messico e da qui gli Usa. Oppure altri Paesi. Gli Hezbollah devono ancora vendicare l’uccisione di Imad Mugniyeh, il capo dell’apparato clandestino eliminato a Damasco, e potrebbero cercare di farlo in Sud America attaccando un obiettivo israeliano. Nella loro analisi la regione si presta. Le misure di sicurezza sono relative, i confini porosi e in alcune aree, afflitte dal crimine organizzato, è possibile trovare esplosivi e armi. Zone opache che sembrano fatte apposta per chi vuole attaccare e sparire.


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