Dal Financial Times al Nyt tutti contro Silvio “Come Nerone, fa festa mentre Roma brucia”

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Durissimo è l’editoriale di ieri del Financial Times. Il titolo è «Perder tempo a Roma» (ma il verbo usato è «to fiddle», che in inglese significa anche «suonare» uno strumento). Più esplicito il sottotitolo: «Berlusconi non può fare le riforme economiche di cui l’Italia ha bisogno». Scrive il più importante quotidiano finanziario d’Europa: «In meno di tre mesi l’Italia è passata da essere un paese i cui malanni economici e fiscali erano difficili ma non impossibili da curare a un paese il cui sistema politico atrofizzato e auto-referenziale minaccia di distruggere l’eurozona. La principale responsabilità  ricade su Berlusconi, il primo ministro simile a Nerone che suona la cetra mentre Roma brucia. Nei suoi 18 anni in politica Berlusconi ha sciupato innumerevoli occasioni di migliorare la situazione economica dell’Italia. Più a lungo continua la sua irresoluta leadership, più è ovvio che egli deve andarsene». Sempre il Financial Times, in una corrispondenza da Roma, sottolinea che è stata «la riluttanza dell’Italia a fare le necessarie riforme economiche» a spingere Standard and Poor’s a declassare il nostro rating: altro che «colpa dei giornali», come si era lamentato il nostro premier. E il quotidiano afferma che, in privato, perfino fonti governative italiane cominciano ad augurarsi «un altro 25 luglio», alludendo al giorno del 1943 in cui il re fece cadere Mussolini dopo che il Gran Consiglio del Fascismo lo aveva scaricato.
Dello stesso tono l’Economist che va in edicola stamane: «Ma quanto può ancora andare avanti?», si domanda l’autorevole settimanale britannico che già  un decennio fa fece una copertina su Berlusconi «inadatto a governare l’Italia». Il Guardian sottolinea che il mondo industriale italiano, da Marchionne a Marcegaglia, ora prendono apertamente le distanze dal Cavaliere. Il tedesco Der Spiegel scrive che «l’economia italiana rischia di trascinare a fondo tutta l’euro-zona, ma Berlusconi ha problemi più seri che lo preoccupano: quattro processi contro di lui».
La stampa francese, da Le Monde al Figaro, spara a zero: «L’Italia è ridotta a un bordello», «Berlusconi sul filo del rasoio», «L’Italia in coma berlusconiano», sono i titoli e i commenti degli ultimi giorni. E il New York Times, in una lunga corrispondenza da Roma, riassume in questo modo l’atmosfera romana: «I dettagli scabrosi sui party del primo ministro, così come l’attitudine cospirativa con cui viene accolta ogni critica, sono le ultime prove che il governo Berlusconi, benchè eletto democraticamente, si è evoluto in qualcosa di un’altra epoca: una corte reale, dove ciascuno, dai membri della coalizione di governo alle giovani ospiti delle sue feste, serve solo per il piacere del principe».


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