Edison, da Delmi via al lodo Zuccoli parte la trattativa per Edipower “italiana”

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La garanzia di un nuovo piano è stata ribadita ieri da Zuccoli ai soci italiani di Delmi, la holding che – al momento – condivide proprio con Edf il controllo di Edison, a sua volta socio di riferimento di Edipower con il 50% del capitale. Al termine del cda, i soci di Delmi (oltre ad A2a che possiede il 51% delle quote c’erano i rappresentanti di Iren, Sel, Dolomiti energia e degli istituti di credito capeggiati da Mediobanca) hanno – di fatto – dato il via libera a Zuccoli per mettere a punto il piano che vede come consulente finanziario Intesa Sanpaolo e come sponsor politico il ministro allo Sviluppo economico Paolo Romani.
Il progetto, che nelle sue linee generali Zuccoli aveva già  anticipato al consiglio di gestione di A2a del 7 settembre scorso, verrà  definito nei dettagli nei prossimi giorni. Poi presentato ai soci e, in caso di via libera, potrà  iniziare la nuova trattativa con Edf. Il “lodo” Zuccoli – così come è stato battezzato – dovrebbe sostituire l’accordo cui si era già  giunti nel marzo scorso e che prevedeva il passaggio di Edison sotto il controllo dell’utility transalpina in cambio delle centrali idroelettriche di Edipower ad A2a e la possibilità  di uscire entro tre anni da Edison da parte di Delmi. Accordo stoppato dal ministro Giulio Tremonti per difendere l’italianità  di Edison.
L’idea di Zuccoli, spiegata ieri al cda Delmi, prevede la costituzione di una cordata italiana attorno ad A2a (di cui potrebbero far parte i soci di Delmi, ma anche sostituiti da altri gruppi a cominciare da Acea) che prenderebbe il controllo di Edipower. Un progetto che, al momento, vede la contrarietà  dei soci bresciani di A2a, a cominciare dal presidente del consiglio di sorveglianza Graziano Tarantini. Distante dalle posizione di Zuccoli anche il direttore generale di A2a Renato Ravenelli, che invece, preferirebbe limitarsi a riprendere le trattative con Edf ma lavorando sull’accordo già  raggiunto a marzo con Edf. nel frattempo, i francesi aspettano di capire con chi dovranno trattare. E non aspetteranno a lungo: i patti di Edison – appena prorogati – scadono il 30 ottobre.


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