Orumiyeh, un lago a secco fa tremare Teheran

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Dopo un lungo silenzio, un’ondata verde sta dilagando su Facebook e su diversi siti iraniani per invitare a manifestare in difesa del lago di Orumiyeh (Urmia), il grande lago salato dell’Azerbaijan iraniano, protetto dall’Unesco, dove si sta per produrre una catastrofe ecologica planetaria. «Azeri piangiamo e riempiamo il lago di Orumiyeh delle nostre lacrime». «Il lago muore. Il governo iraniano lo ha condannato a morte. Viva l’Azerbaijan». Così scandivano migliaia di manifestanti nelle settimane scorse a Tabriz e Orumiyeh, le due città  principali dell’Azerbaijan iraniano, per protestare contro il prosciugamento del lago, il terzo lago salato del mondo, dovuto in parte al global warming ma soprattutto all’incuria e alle decisioni sbagliate del governo iraniano.
Le manifestazioni pacifiche di Tabriz e Orumiyeh sono state subito duramente represse, come si può vedere da diversi video postati su Facebook e sui blog. Ma il prossimo appuntamento è molto più pericoloso per il regime. Il movimento verde invita gli iraniani a manifestare «per la sopravvivenza del lago e in solidarietà  con il popolo azerbaijano», allo stadio Azadi di Teheran. Venerdì prossimo, il 18 di shahrivar, alle 18.45.
Venerdì allo stadio Azadi giocherà  la squadra di Tabriz, Traktor, contro l’Esteghlal di Teheran. L’anno scorso a una partita tra le due squadre assistettero centomila tifosi, di cui una metà  erano azeri residenti a Teheran. Lo stadio di Tabriz è sempre pieno di striscioni che ricordano al governo centrale l’articolo 15 della Costituzione iraniana che consente larghe autonomie alle minoranze etniche, ma che il regime si guarda bene dall’osservare. Negli ultimi due anni dopo le elezioni del giugno 2009 il Traktor e i suoi tifosi sono stati presi di mira dalla polizia con particolare durezza. Ma ora le ragioni della protesta sono sentite da tutta la popolazione. Lo stesso governo centrale ha ammesso che il restringimento dell’area del lago è un problema grave, ma non ha messo mano a nessun progetto di salvataggio, e accusa i critici di voler “politicizzare” la questione. In realtà  una delle cause per cui il lago si è ridotto della metà  in pochi anni è stata la costruzione di dighe sui suoi immissari, che ora non arrivano più a immettervi acqua.
Gli esperti calcolano che il lago si prosciugherà  entro cinque anni, a meno che non si prendano misure drastiche e immediate. Una di queste potrebbe essere far affluire nell’Orumiyeh le acque del fiume Arax e di altri corsi d’acqua vicini. Il disastro ecologico, altrimenti, avrà  la portata del prosciugamento del Lago Aral nell’Asia Centrale. Non solo priverà  la regione di importanti risorse ittiche e turistiche ma lascerà  sul terreno milioni di tonnellate di sale e di sabbia salata che in una regione percorsa da forti venti distruggeranno l’agricoltura in un’area vastissima.
Alla protesta allo stadio Azadi, secondo quanto scrivono i siti, ne seguirà  un’altra il martedì successivo, di fronte all’Università  di Teheran. Tutti segnali che nonostante il lungo silenzio e le migliaia di arresti il movimento di protesta in Iran è ancora vivo.


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