“Tenere alte le tariffe dei cellulari” pressing degli operatori sull’Agcom

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ROMA – I prezzi delle chiamate cellulari rischiano di restare alti ancora per molti mesi, se gli operatori mobili riusciranno ad averla vinta su Agcom e sui consumatori. Stanno facendo pressioni sull’Autorità  garante delle comunicazioni, infatti, per convincerla a tenere alti i prezzi di terminazione, che incidono su quelli delle chiamate verso i cellulari. Gli operatori ci provano sfruttando il clima dell’asta frequenze, a cui stanno partecipando Tim, Wind, Vodafone e 3 Italia. A quanto risulta, esponenti di almeno due di loro (Vodafone e Wind) hanno intrapreso colloqui informali con funzionari dell’Autorità . La loro tesi: «Con l’asta daremo circa un miliardo a testa allo Stato per le frequenze (adesso è arrivata a quota 3,4 miliardi e non è ancora finita); abbiamo bisogno quindi che Agcom ci venga incontro rinviando il taglio delle tariffe di terminazione di almeno sei mesi». Vodafone ha espresso questa tesi anche in una lettera inviata all’Autorità  qualche settimana fa. Agcom intende decidere dopo l’asta, a riguardo, ma ha già  fatto una bozza di delibera dove scrive che intende tagliare i prezzi a partire da gennaio (e poi progressivamente fino al 2015).
Non ha molta scelta, in verità : lo richiede la Commissione europea, secondo cui gli alti prezzi italiani, per la terminazione, sono un danno per la concorrenza e per i consumatori. Anzi: secondo la Commissione e l’Antitrust, in due lettere che hanno inviato ad Agcom, i tagli dovrebbero essere anche più forti di quanto previsto in quella delibera. Altrimenti i prezzi resteranno molto più cari rispetto alla media europea. «Le tariffe di terminazione sono quanto gli operatori mobili incassano per ogni telefonata che arriva a un loro utente. A pagare è l’operatore del chiamante. Peccato poi che l’operatore ribalti sull’utente questo costo», spiega Marco Pierani, responsabile rapporti istituzionali di Altroconsumo. C’è una conferma se facciamo un confronto con la Francia, dove i prezzi di terminazione sono particolarmente bassi. Le offerte al pubblico degli operatori mobili sono più economiche di quelle italiane: da 24,9 euro al mese per un pacchetto che tra l’altro include telefonate nazionali illimitate.
D’altro canto gli operatori insistono. Sostengono che dovranno spendere anche per costruire la rete mobile di nuova generazione (Lte, evoluzione dell’attuale Umts/Hspa), che sfrutterà  le nuove frequenze. I costi di copertura sono molto elevati in Italia, secondo quanto detto ad Agcom, pari a circa il doppio della spesa per l’asta e quindi in tutto quasi 10 miliardi di euro. Il motivo- hanno fatto notare all’Autorità – è che le norme italiane impongono limiti, per le emissioni elettromagnetiche, molto più stringenti rispetto al resto d’Europa. Gli operatori dovranno quindi trovare nuove zone dove mettere le antenne per l’Lte. Infine, il taglio dei prezzi di terminazione farà  peggiorare i fatturati degli operatori e quindi la loro immagine sui mercati azionari.


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