Nuove pensioni in calo del 19% nel 2011
ROMA – Il 2011 ha segnato la svolta: nei primi otto mesi le nuove pensioni sono crollate del 19,3% passando da quasi 258 mila a poco più di 208 mila. L’effetto “benefico”, secondo l’Inps che ha diffuso i dati, dipende dagli interventi introdotti con la manovra 2010: l’età minima per la pensione di anzianità (a 60 anni per i dipendenti e 61 per gli autonomi) e della cosiddetta “finestra mobile” (12 mesi di rinvio della decorrenza dal momento del raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia e di anzianità , 18 per gli autonomi). «Le riforme – ha commentato il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua – hanno funzionato».
La “finestra mobile” ha prodotto i suoi effetti soprattutto per le pensioni di vecchiaia, passate dalle 115.812 dei primi 8 mesi del 2010 a 87.894 nello stesso periodo del 2011, con un calo del 24,1%. Leggermente inferiore il calo per le anzianità scese del 15,4% passando dalle 142.128 del 2010 alle 120.240 del 2011. Del resto nel 2010 per l’uscita dal lavoro con l’età di vecchiaia erano disponibili nell’anno quattro finestre e quindi l’attesa per l’uscita per i dipendenti si aggirava tra i 3 e i 6 mesi (a seconda della data di nascita) invece dei 12 attuali.
Considerando le tipologie di lavoratori la “finestra mobile” ha funzionato in particolare per i dipendenti: nei primi otto mesi del 2011 sono usciti con una pensione di vecchiaia solo in 43.221 a fronte dei 68.070 dei primi otto mesi del 2010 (-36,5%) mentre per i coltivatori diretti, artigiani e commercianti i cali sono stati molto meno consistenti (per i commercianti sono state solo 1.000 in meno, tra le 19.829 dei primi 8 mesi 2010 a 18.852 dei primi otto mesi 2011).
La diminuzione complessiva (da 257.940 a 208.134 pensioni totali in 8 mesi) è stata superiore anche alle previsioni fissate dall’Inps per il periodo a 226.692. Le pensioni di anzianità nel complesso nei primi 8 mesi dell’anno sono state 120.240 (a fronte di 123.240 previste). Le pensioni di anzianità dei dipendenti sono state 80.681 a fronte di 90.894 dei primi otto mesi del 2010 ma di più di quanto previsto dall’Inps per il periodo (63.650).
Naturalmente i dati Inps tengono conto solo dei lavoratori del settore privato. Un calo dovrebbe registrarsi poi anche per le donne del settore pubblico che da quest’anno vanno in pensione di vecchiaia con 61 anni di età (e ancor di più l’anno prossimo quando potranno uscire dal lavoro per vecchiaia solo a 65 anni).
Il presidente dell’Inps ha spiegato all’Ansa che sul calo delle pensioni complessivo ha inciso l’effetto finestre piuttosto che l’inasprimento dei requisiti per l’anzianità . «E in questi dati – ha precisato Mastrapasqua – non c’è ancora l’effetto della misura che innalza l’età collegandola all’aspettativa di vita (la misura partirà nel 2013) né quella sull’aumento dell’età per chi ha almeno 40 anni di contributi (che partirà nel 2012 con un mese per poi arrivare a tre nel 2014)».
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