Colpo grosso di Mosca compra i gasdotti bielorussi

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ROMA – La Russia risolve definitivamente il problema del transito del gas verso l’Europa occidentale lungo il corridoio settentrionale: comprandosi i gasdotti della Bielorussia. Con un accordo annunciato ieri, Mosca è salita al 100 per cento della società  che gestisce i metanodotti dello Stato guidato dal regime di Aleksandr Lukashenko.
Un accordo che la Bielorussia, per non usare eufemismi, è stata costretta ad accettare per non correre il rischio di passare un inverno al freddo. Il passaggio del 50 per cento della rete di trasporto Beltranganz a Gazprom – il colosso dell’energia russo controllato dal governo di Mosca che già  deteneva l’altra metà  delle quote – prevede una serie di vantaggi non indifferenti per Minsk.
Il primo è una consistente riduzione del prezzo delle forniture di gas dalla Russia. Uno sconto non da poco, visto che si passa da 244 dollari per mille metri cubi di metano a 166 dollari, con una diminuzione del 40 per cento sulle tariffe applicate nell’ultimo trimestre. Il governo di Minsk incassa anche dei soldi: il 50 per cento della società  è stato valutato 2,5 miliardi di dollari, la stessa cifra pagata nel 2007 quando Gazprom entrò in possesso della prima metà  di Beltranganz.
Ma non è tutto. A dimostrazione di come la Bielorussia si stia legando sempre più, anche finanziariamente, al suo vicino più potente, il governo di Minsk otterrà  un prestito da 10 miliardi di dollari per la costruzione di una centrale nucleare. Cercando così di differenziare le sue fonti di approvvigionamento di energia, ma in realtà  aumentando la dipendenza da Mosca.
Quali siano i vantaggi della Russia nell’operazione lo ha spiegato il premier Vladimir Putin: «È una questione molto importante che appiana le nostre relazioni con la Bielorussia per gli anni a venire». E fin qui le frasi di circostanza. Poi l’ex agente del Kgb diventato il protagonista assoluto della politica russa centra la questione fondamentale: «L’accordo ci permette di assicurare il transito incondizionato delle nostre risorse energetiche sul territorio bielorusso verso i consumatori della Europa occidentale».
Del resto, attraverso i tubi della Bielorussia passa il 15 per cento di tutto il gas russo diretto in Occidente. Che ora correrà  attraverso condotte di proprietà  di Mosca. La posizione di forza della Russia si capisce ancora meglio ricordando che a fine settembre è stato inaugurato il North Stream, il gasdotto che passa sotto il Mar Baltico e arriva direttamente in Germania, evitando di passare dalla Polonia o dalle repubbliche baltiche.
La Bielorussia non aveva grandi possibilità  di evitare la cessione dei propri tubi. La crisi economica ha colpito duramente il Paese dove Lukashenko governa ininterrottamente da 17 anni: il deficit pubblico ha raggiunto livelli record, c’è stata penuria di valuta estera e il governo ha dovuto svalutare a più riprese il suo rublo con l’effetto di portare l’inflazione fuori controllo. Se non altro, lo sconto sulle forniture del gas vale almeno 2 miliardi di euro all’anno.


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