La svolta del Sole24ore. O di Draghi?

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Si propongono cinque cambiamenti di rotta per «permettere all’Europa di fare un vero salto di qualità , disinnescare la crisi del debito sovrano e presentarsi ai partner a testa alta» al G20 di domani: un vero governo economico europeo, una banca centrale che funzioni come la Fed americana, Euro project bond per le infrastrutture, Euro Union bond per ridurre i costi del debito pubblico, un mercato unico per il credito.
Finalmente si apre una discussione all’altezza dei problemi. Non si può non essere d’accordo su una Banca centrale che sia tenuta non solo a combattere l’inflazione, ma a sostenere la crescita: lo si chiede dalla fondazione della Bce. D’accordo in linea di principio sul governo economico europeo, ma qui il Sole lo vorrebbe «guardiano della disciplina fiscale», mentre serve un protagonista della politica economica che possa sostenere la domanda per evitare una grande depressione in Europa.
D’accordo sugli eurobond per finanziare progetti di sviluppo, ma basta, per favore, con le “grandi opere” che non servono e non si fanno: usiamo gli eurobond per finanziare la riconversione ecologica dell’economia, il risparmio energetico, le energie rinnovabili, le “piccole opere” che creano occupazione e qualità  della vita. D’accordo pure con la proposta di Prodi e Quadrio Curzio, già  apparsa sul Sole, sugli eurobond per ristrutturare – a condizioni migliori – il debito pubblico esistente.
Un po’ meno d’accordo sul mercato unico per il credito. È dal 1990 che si liberalizzano i mercati dei capitali e la finanza, e pensare che altre liberalizzazioni portino stabilità  sembra quantomeno ingenuo. Stupisce il silenzio del Sole sulla tassa sulle transazioni finanziarie su cui perfino Merkel e Sarkozy hanno concordato, e sulle altre misure che potrebbero limitare la speculazione finanziaria che ha colpito l’Europa. È comunque una buona notizia ritrovare sul Sole alcune delle proposte emerse nella discussione aperta nel luglio scorso dal Manifesto e da Sbilanciamoci sulla “rotta d’Europa”. Il problema – anche per il Sole – è capire quali possono essere le “gambe” politiche che a Roma e a Bruxelles potranno sostenere quest’agenda. Confindustria si vuole impegnare su questa strada? Che interlocutori troviamo in parlamento? Come convinciamo la Germania sugli eurobond? Ma forse c’è un’altra buona notizia, Il Manifesto italiano appare nel giorno dell’insediamento di Mario Draghi alla Presidenza della Bce a Francoforte: che sia un segnale di cambiamento possibile nella politica della Banca centrale?


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