PER DIFENDERE I REFERENDUM SABATO IN PIAZZA

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Quest’interesse lo si prova a far vivere partendo dal non riconoscere, anzi dal contraddire il pronunciamento della maggioranza assoluta dei cittadini italiani: ha iniziato il precedente governo Berlusconi, approvando nella manovra estiva l’art. 4 della manovra con il quale si obbliga alla privatizzazione il trasporto pubblico locale e il servizio di igiene ambientale e che il primo referendum aveva già  bocciato anche per questi settori. Procedono su questa linea i soggetti gestori e gli Ato, nessuno dei quali ha dato corso all’elimininazione del profitto garantito sulle tariffe del servizio idrico, contravvenendo al secondo quesito referendario e allo stesso pronunciamento della Corte Costituzionale.
È evidente che con queste scelte non solo si produce una chiara lesione istituzionale, ma si lancia un messaggio devastante, e cioè che si può tranquillamente non tener conto della volontà  della maggioranza dei cittadini. Questo tema riguarda anche il nuovo governo Monti, al quale abbiamo chiesto un incontro, sinora senza risposta, per porre questo tema fondamentale di rispetto delle regole e della democrazia.
Dunque, la prima cosa che vogliamo dire forte sabato è che il movimento per l’acqua non ci sta a subire questo vulnus democratico. Lo diciamo con la consapevolezza che, a differenza di molti commentatori che non sono riusciti, o non hanno voluto capire l’originalità  e la natura del movimento per l’acqua, la spinta che ha portato al raggiungimento del quorum nei referendum di giugno non si è esaurita con essi. E, infatti, com’è nella nostra storia, la manifestazione nazionale serve anche a indicare gli obiettivi su cui lavoreremo nei prossimi mesi, per riaffermare l’esito referendario.
Siamo intenzionati a rafforzare l’iniziativa per la ripubblicizzazione del servizio idrico, sia con la pressione perché la nostra legge di iniziativa popolare possa finalmente essere discussa e approvata dal Parlamento, sia, ancor più, nei territori, per generalizzare la trasformazione dei soggetti gestori in soggetti di diritto pubblico, sulla base dell’esempio di Napoli che, per la prima volta in una grande città , vedrà  il servizio idrico svolto da un’Azienda speciale. E ciò lo si può fare, se solo si ha la volontà  politica, proprio partendo lì dove sono presenti le SpA a totale pubblico, a Torino, a Milano, a Venezia, a Palermo e in tante altre situazioni. Con la manifestazione, lanciamo, poi, la campagna di “obbedienza civile”, l’iniziativa che, tramite il ricalcolo delle bollette da parte dei cittadini senza la “remunerazione del capitale” e rivolgendoci ai tribunali ordinari e amministrativi, vuole dare immediata applicazione al diritto, sancito dal secondo referendum, a che non ci siano più profitti sul servizio idrico.
Infine, siamo convinti che con la giornata di sabato possiamo portare un tassello per far emergere che, dentro la crisi economica e sociale, non c’è solo la risposta del mercato e della finanza, della Bce, di Merkozy e dei loro epigoni. Da sempre abbiamo guardato al tema dell’acqua come paradigma dell’insieme dei beni comuni e anche come evocatrice della necessità  di un nuovo modello produttivo e sociale. Ne siamo ancor più convinti oggi, nel momento in cui la ricetta che appare egemone, nella crisi del liberismo, è esattamente la sua riproposizione in un contesto che si traduce in attacco allo Stato sociale, ridimensionamento dei diritti del lavoro, privatizzazione generalizzata dei beni comuni.
Riuscire a far camminare un’alternativa a ciò non è semplice, né penso risolvibile in tempi stretti, perché richiede non solo un nuovo pensiero, che in buona parte esiste, ma anche il disvelamento dell’operazione ideologica per cui il mercato e la sua appropriazione della sfera politica sono fatti naturali e neutrali e, soprattutto, una nuova pratica sociale e politica. Anche su questi punti il movimento per l’acqua e la manifestazione di sabato possono dare un contributo utile.
* Fp Cgil – Forum Italiano Movimenti per l’Acqua


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