Fassino contro il patto di stabilità  “È stupido, qui a Torino lo violiamo”

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TORINO – «È stupido e non lo rispetteremo». Il sindaco di Torino, Piero Fassino, spiega così lo sforamento di spesa deciso dal Comune rispetto al “patto di stabilità “. «È stata una scelta non facile, ma necessaria – rimarca il primo cittadino -. Non staremo entro i limiti perché si tratta di uno strumento stupito di controllo della spesa degli enti locali». Una decisione che ha anche una valenza politica, tanto che Fassino ricorda che «il governo Monti ha già  previsto una revisione del sistema».
Lo sforamento è di 320 milioni rispetto al tetto imposto. «Con questa somma abbiamo potuto onorare gli impegni presi con il bilancio, mantenendo inalterati i servizi, evitando un taglio di 120 milioni, e pagando i fornitori per 200 milioni. In questo modo abbiamo sostenuto l’economia della città ». Una boccata d’ossigeno per le imprese e il sistema Torino in un momento di crisi pesante.
L’uscita dal patto avrà  effetti sul 2012. Sanzioni come il taglio del 30% dei compensi per sindaco, assessori e consiglieri, la riduzione del 3% dei trasferimenti da Roma, circa 30 milioni, lo stop ad assunzioni fino a quando il Comune non rientrerà  nei limiti e il divieto di fare nuovi mutui e nuovo debito. «Nonostante questo – dice Fassino – ritorneremo dentro i limiti entro un anno». Alcune operazioni, come il riassetto delle partecipate o il varo degli aumenti delle tariffe dei mezzi pubblici e della sosta, serviranno ad avere risorse fresche e a superare l’anno di purgatorio.
Fassino non risparmia critiche al sistema. Torino ha un debito di oltre 3 miliardi di euro, anche se nel 2011 si è ridotto di circa 30 milioni. «Lo stesso di Catania – sottolinea il primo cittadino – ma abbiamo costruito la metropolitana, il termovalorizzatore e il passante ferroviario. Il patto non tiene conto delle differenze, per questo è stupido, o meglio, è cieco. I Comuni si fanno carico di spese che dovrebbero essere dello Stato, come quelle giudiziarie o scolastiche. Solo su Torino la cifra è di 180 milioni di euro». E poi ricorda lo sforzo per le Olimpiadi invernali, un avvenimento mondiale al pari dell’Expo 2015 di Milano. «È giusto che ciò che si spende per preparare l’Esposizione internazionale non concorra al raggiungimento del tetto di spesa previsto dal patto, ma se lo avessero previsto anche per i Giochi del 2006 oggi non avremmo alcun problema».
Il presidente dell’Anci e sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio, non è sorpreso della scelta di Fassino di non rispettare i vincoli imposti: «Il 2011 è stato un anno molto duro per tutti i Comuni e per il 2012 i sindaci si aspettano di arrivare ad una rapida revisione del sistema che permetta di sbloccare investimenti e agevolare i pagamenti». Anche Davide Zoggia, responsabile Enti Locali del Pd, sostiene che «conoscendo le capacità  e il rigore di Fassino, la decisione di sforare è il segno che i vincoli sono troppo stretti».


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