La Cina sulle orme di Steve Job

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Il piano di sviluppo industriale della tecnologia cloud computing è stato lanciato nel settembre di quest’anno, e la sua costruzione da allora è già  in stato avanzato, ha detto Zhang Boxu, capo del comitato di gestione della BDA.

“Il nostro obiettivo è di attrarre cinquanta miliardi di yuan (7.900 milioni dollari) in investimenti, ottenere un valore annuale di vendite di oltre 200 miliardi di yuan e dare lavoro a 50.000 persone. Di conseguenza la BDA diventerà  una piattaforma leader mondiale di cloud computing”, ha affermato Zhang.

Il Centro, che copre un’area di tre chilometri quadrati, sarà  sede, oltre che di un cloud computing system R&D, anche di un centro di operazioni e servizi, una base di produzione di hardware di cloud computing e un gigantesco database cloud computing, ha aggiunto Zhang, durante un congresso presso la BDA nella regione di Yizhuang del sud-est di Pechino, dedicato specificamente alla tecnologia Cloud.

L’industria del “cloud computing” potrà  avere una serie di politiche di stimolo, che dovrebbero essere emesse dalla fine di quest’anno, secondo le autorità  ufficiali citate dal China Economy.

Contemporaneamente, la Cina effettuerà  investimenti diretti di oltre due miliardi di yuan, più in generale, nel settore delle informazioni durante il 12 °Piano quinquennale (2011-2015), e il “cloud computing” è tra i principali obiettivi di investimento, secondo lo stesso giornale.

 Commenti

 Steve Job, il grande guru della comunicazione digitale, negli ultimissimi anni della sua vita aveva predetto che il futuro della tecnologia della comunicazione digitale si sarebbe sempre di più spostato dall’hardware al software. In base a questa sua visione aveva ideato e lanciato, poco prima della sua uscita dal mondo, il sistema i-cloud. Considerato da molti come una proposta visionaria e, addirittura rivoluzionaria, l’i-cloud dovrebbe, secondo gli stessi entusiasti seguaci dello Job pensiero, essere annoverata fra le grandi creazioni dell’ingegno umano. Una realtà  puramente virtuale, quasi letteralmente collocata sulle nuvole che circolano e sovrastano noi esseri viventi gravitazionalmente attaccati alla terra, per permetterci, con l’agilità  e la leggerezza dell’aria, di poter immagazzinare, connettere e far circolare qualsiasi prodotto dello stesso ingegno umano.

Uno strumento che appena ora inizia a dispiegare nel mondo tutta la sua potenza comunicazionale.

Dall’alto del mondo delle “nuvole” dove tutti ci si augura, indipendentemente dal differente credo, che una persona come Steve Job riposi, forse si rallegrerà  che un paese come la Cina abbia assunto l’idea e la filosofia i-cloud e la stia trasformando in un gigantesco business globale, come suole fare avendo a disposizioni grandi numeri in persone e denari.

In fin dei conti, potrebbe pensare Steve Job, se milioni e milioni di esseri umani sulla terra avranno più mezzi e possibilità  digitali che li aiutino a pensare, vivere e comunicare sentimenti e pensieri, non importi latitudine, razza, cultura, credo, stato sociale o sistema politico, sarebbe la stessa umanità  post moderna che potrebbe trarne giovamento.

 Libera traduzione e commenti di Goodson – Beijing, Cina


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