Addio al Senatore il cipresso-totem di 3600 anni fa

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NEW YORK – Chi ha ucciso l’albero più amato d’America? Il Senatore era il tronco della nazione: alto quasi 40 metri stava in piedi da 36 secoli lì nel mezzo della Florida. Era più di un albero: era il totem che guidava gli indiani seminole, era il cuore del Sunshine State, lo stato che splende alla luce del sole che non si spegne mai. Adesso s’è spento lui: 3600 anni dopo. Il più antico cipresso del mondo: il secondo albero più vecchio del pianeta. Ma gli ambientalisti e gli appassionati che si spingevano in adorazione a Longwood – un nome che vuol dire proprio Foresta Lunga – ora puntano il dito: è un attentato, il Senatore è stato ucciso.
Un attentato? Come tutti i simboli, compresi quelli della natura, anche il Senatore era già  stato vittima di agguati. Un gruppo di vandali, per esempio, nel 1945 si arrampicò fin lì per rubare la placca di bronzo che ricordava il passaggio di Calvin Coolidge, il 30esimo presidente degli Stati Uniti d’America venuto nel 1929 a rendere omaggio a quel singolare padre della patria. Ma chi avrebbe mai potuto concepire l’impresa assurda di appiccargli il fuoco?
Gli esperti naturalmente buttano giù un altro paio di ipotesi. Potrebbe essere stato un fulmine che avrebbe lasciato partire un incendio dall’interno del tronco andato avanti per giorni: così si spiegherebbe la morte lenta del gigante. Ma il Senatore era protetto da un parafulmine. E allora? C’è chi si spinge perfino a ipotizzare la frizione del vento che avrebbe avviato la combustione. «Come no» sghignazza col New York Times Rick Waters, 49 anni, il proprietario di un diner proprio alle porte del parco. «Diciamo allora che è passato un aeroplano e qualcuno ha buttato giù nel tronco un tizzone…».
Rick e la gente del posto non hanno dubbi: il Senatore è stato ucciso. Resta solo da capire se l’omicidio è volontario o colposo. Se qualcuno insomma si sia preso davvero la briga di dare fuoco all’albero così chiamato perché il parco fu donato allo stato dal senatore Moses Overstreet. O si è trattato della criminale sbadataggine di qualche stupidotto che ha fatto cadere un mozzicone.
Come tutti gli alberi di quell’età  il Senatore era ormai vuoto dentro. E’ il motivo per cui il fuoco è salito dall’interno mangiandosi i rami e le foglie. E lasciando adesso il tronco a svettare lì bruciacchiato come un meteorite caduto dal cielo. Raccontano che prima che lì a due passi sorgesse il regno incantato di Disney World, era il Senatore l’attrazione che richiamava laggiù i turisti di tutt’America. Per abbracciarne il tronco, largo più di cinque metri, bisognava raccogliersi in gruppo. I genitori raccontavano ai figli che prima ancora che regnasse Tutankhamon, prima ancora che Alessandro Magno invadesse tutto il mondo allora conosciuto, il Senatore era già  lì: riscattando con la sua antichità  la povertà  di storia del troppo giovane Nuovo Mondo. 
Del resto è sempre nato in America l’albero più antico del mondo: quel Methuselah che svetta in California da 4842 anni. Record ricevuto per squalifica dell’avversario: sembra incredibile ma nel 1964 un gruppo di ricercatori tagliò in California quel Prometheus che allora nessuna sapeva fosse l’albero più vecchio della Terra. E chissà  che si diranno ritrovati adesso lassù, Prometeo e il Senatore: guardando dal paradiso degli alberi come la stupidità  dell’uomo continua a bruciare storia e natura.


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