Unipol-Fonsai, salvataggio da 2,2 miliardi

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MILANO – Aumento riservato da 400 milioni su Premafin, che sottoscriverà  interamente Unipol, aumento da 1,1 miliardo per Fonsai e di altrettanto per Unipol, una raffica di cda e convocazioni di assemblee (la prima, per il 16-19 marzo, di Fonsai) per approvare la nuova operazione, che dovrebbe portare la compagnia di via Stalingrado direttamente in Premafin, senza lanciare l’Opa, e poi procedere ai piani di sotto con aumenti di capitale e fusioni (e probabilmente con la ristrutturazione del debito Premafin). Queste le decisioni prese nella notte di domenica dai vari cda, e su cui ieri l’Isvap ha chiesto una dettagliata informativa con una lettera inviata a Premafin. A partire dal bilancio-shock di Fonsai, che ha annunciato un pre-consuntivo con perdite per 1,1 miliardi (contro una previsione di 925 al 23 dicembre) maggiori adeguamenti delle riserve sinistri del ramo Rc Auto, svalutazioni per immobili per ulteriori 145 milioni (di cui 60 per Atahotel e 20 per il Porto di Loano) e un solvency ratio precipitato al 75%. 
Ora si tratterà  di vedere se l’architettura studiata in questo modo soddisferà  i requisiti della Consob – per l’esenzione dell’Opa a cascata – e dell’Isvap, che finora non ha dato nessun semaforo verde; infine, dell’Antitrust. A quest’ultima potrebbe arrivare una pre-notifica dell’accordo in tempi brevi e magari già  a partire da questa settimana potrebbero esserci contatti preliminari. L’esame riguarderà  non solo le quote di mercato nel settore auto, dove Unipol e Fonsai avranno il 37% del mercato, ma anche l’indipendenza finanziaria del nuovo gruppo nei confronti del principale creditore, Mediobanca: il ragionamento è che se la compagnia post fusione sarà  troppo legata ai finanziamenti verso Piazzetta Cuccia potrebbe non essere sufficientemente indipendente rispetto a Generali, già  partecipata al 14%; in altre parole, potrebbe non fare concorrenza all’altro grande protagonista del mercato. Al momento Unipol-Fonsai ha debiti per 1,4 miliardi, ma i conti andranno fatti a fine operazione, anche con l’eventuale sostegno finanziario che verrà  dato al mondo delle cooperative per seguire l’aumento della compagnia bolognese.
Secondo l’ad di Unipol, l’accordo «era il modo per noi migliore e penso che sia quello migliore per tutti» ha detto Carlo Cimbri, aggiungendo che la situazione FonSai richiedeva un intervento immediato e «un’iniezione di capitale robusta», approvata peraltro dal socio di controllo Finsoe. Restano da considerare i molti e complessi passaggi dell’operazione; a partire, per Fonsai, dalle azioni risparmio di nuova emissione, ma con una riserva di legge sul dividendo parametrata al prezzo di emissione: un meccanismo che con il tempo porterà  queste ultime ad avere un trattamento meno favorevole rispetto ai vecchi titoli (e a non portarsi dietro i diritti su dividendi pregressi). Per ora il mercato non ha reagito bene ai nuovi numeri: Fonsai ha perso l’8,30%, la Milano il 6,69% e Unipol il 3,32%, mentre Premafin è sprofondata del 22%. Oggi, nuova riunione in Banca Leonardo, per la ristrutturazione dei debiti di Sinergia-Imco.


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