Germania, presidente l’eroe del dissenso

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BERLINO – Ha vinto l’eroe dell’est, ha vinto l’indicazione data nei sondaggi dal popolo sovrano. In poche ore, la democrazia tedesca ha risolto la crisi istituzionale aperta dalle dimissioni del presidente inadeguato Christian Wulff nel pieno della crisi dell’Europa. Sarà  Joachim Gauck, “il piccolo Vaclav Havel della Ddr”, cioè l’eroe del dissenso dietro il Muro, il prossimo capo dello Stato. Alla fine Angela Merkel si è piegata ai consigli degli alleati liberali, e alla voglia di rigore etico del paese narrata da media e sondaggi.
Erano le 21,15 Cancelleria, quando la “donna più potente del mondo” si è presentata a una conferenza stampa convocata all’improvviso, con Gauck a fianco, insieme ai leader degli altri partiti democratici: Horst Seehofer per la Csu bavarese, il vicecancelliere Philipp Roesler per i liberali (Fdp), Sigmar Gabriel per la Spd, Claudia Roth e Cem Oezdemir per i Verdi. «Abbiamo scelto in lui un vero maestro di democrazia», ha detto Angela Merkel. 
Erano tutti arrivati all’improvviso. Il più confuso di tutti era proprio lui, Joachim Gauck. «Ero in taxi per fatti miei quando la cancelliera mi ha chiamato», ha detto parlando a braccio. «Scusate, non ho avuto neanche il tempo di radermi. Non aspettatevi un presidente-superman da me, farò anche errori, ma cercherò di servire il paese, e i valori costitutivi della nostra democrazia, la nostra forza più grande».
Tensione, emozioni, imbarazzo si mescolavano tra quei rivali tutti insieme, governo e opposizioni democratiche. Esclusa solo la Linke, la sinistra radicale che a Gauck preferisce Castro o Assad. Sigmar Gabriel, leader spd, ha parlato un po’ per tutti: «Candidato Gauck, i migliori auguri, tutto è bene quel che finisce bene».
Si è così chiusa in 72 ore la crisi istituzionale che aveva costretto Merkel anche a rinviare il vertice a Roma con Mario Monti sul salvataggio dell’euro. Sotto il tiro dei media da mesi, il presidente Christian Wulff, democristiano come la cancelliera, si era dimesso venerdì mattina, cioè 12 ore dopo che un giovane magistrato di Hannover, il 41enne Clemens Eimterbaeumer, «anche in base alle denunce dei media», aveva chiesto al Bundestag, il Parlamento federale, di togliergli l’immunità . Wulff è accusato di abuso di potere quando era governatore di Bassa Sassonia. E quando con una telefonata irosa a Kai Diekmann (direttore della Bild, il quotidiano popolare dell’editoriale conservatrice e filogovernativa Springer) aveva chiesto silenzio sui suoi affaires minacciando ritorsioni, si era condannato da solo. Libertà  d’informazione e diritto di cronaca in Germania sono valori di tutti.
La crisi sembrava difficile. Perché Wulff era stato imposto dalla Merkel contro Gauck un anno e mezzo fa, quando il presidente Horst Koehler si era dimesso per una bazzecola al confronto di accuse d’abuso di potere. Cioè per aver detto che le truppe tedesche in Afghanistan difendono interessi strategici nazionali. Conservatore indipendente, Gauck era stato proposto allora, e di nuovo venerdì scorso, dalla Spd. Fino all’ultimo la cancelliera gli è stata contraria per calcoli di potere. Ora, notavano ieri sera Spiegel online e Sueddeutsche online, ha mostrato grandezza d’animo: scegliendolo ha di fatto ammesso umilmente d’aver sbagliato. Tra trenta giorni l’assemblea federale (Parlamento, e rappresentanti di Stati e società ) si riunirà . E quel rigoroso dissidente, che con amici come Havel, Walesa, Kuron, Geremek, Michnik o Sakharov lottò contro l’Impero del Male sovietico e conobbe le carceri dove la Stasi usava ancora strumenti di tortura e ghigliottine della Gestapo, diverrà  presidente. Nei decenni bui della guerra fredda non se lo sarebbe mai aspettato.


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