L’Allegra al traino verso le Seychelles “Aveva tutti i certificati in scadenza”

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GENOVA – La Allegra, la più vecchia tra le navi da crociera del gruppo Costa, trainata dal “Trevignon”, il peschereccio d’altura francese che per primo l’ha raggiunta la notte dell’incendio a bordo, sta viaggiando, a 6 nodi di velocità , verso Mahè, capitale delle Seychelles. Dovrebbe arrivare domani mattina, qualche ora prima rispetto al previsto. Intanto, però, si scopre che la “Allegra”, aveva sì ottenuto tutti e sei i certificati di navigabilità  e sicurezza, approvati dal Rina, il registro navale italiano, quelli che consentono a una nave di andar per mare, ma tutti e sei sono in scadenza. Il primo, quello sulla sicurezza dei passeggeri, a maggio, altri quattro a luglio (sistemi di sicurezza, prevenzione di inquinamento), l’ultimo a ottobre. Sarà  un particolare su cui, forse, vorrà  spiegazioni la Procura della Repubblica di Genova che, su segnalazione della Capitaneria di Porto, ha aperto un fascicolo tecnico, senza ipotesi di reato. 
A bordo, superati i disagi, la paura, l’incubo della notte passata all’aperto, tutti stanno abbastanza bene. Soprattutto da quando, ieri, verso sera, grazie a un piccolo generatore portato da una nave della Marina Militare si sono accese altre luci, oltre a quelle di emergenza, mentre pane e non solo, è stato calato a bordo dagli elicotteri della compagnia armatrice. Che, da ieri pomeriggio, ha a Mahé il suo “care team”, 14 persone, dirigenti, manager e tecnici specializzati: dovrebbero salire oggi a bordo dell’Allegra, portati da una nave della Marina Militare. È partita per Mahè anche una squadra della Guardia Costiera insieme al personale dell’organismo investigativo sui sinistri marittimi del ministero dei Trasporti, che risponde direttamente al ministro Passera. Dei sei certificati del Rina, vicini alla scadenza, potrebbero interessarsi le associazioni dei consumatori, che hanno già  preparato, spiega Carlo Rienzi di Codacons, «i moduli per il risarcimento, in italiano e inglese, gli stessi del naufragio della Concordia», mentre si aspetta di capire se, con la Allegra, si tratti o meno di naufragio, prima di ipotizzare cifre per i risarcimenti. Il caso della Concordia, affondata al Giglio, invece, approda al Congresso Usa, presente John Arthur Eaves, il legale che rappresenta più di sessanta vittime, per valutare se si dovranno cambiare alcune regole delle crociere.
Sull’Allegra, quando il peschereccio francese l’ha agganciata, la notte dell’incendio, è apparso chiaro, quasi subito, che non si sarebbe fermata a Desroches, l’isola prediletta di William e Kate, coppia reale inglese. Troppo piccola, inadatta a ospitare, magari per giorni, più di mille persone. Così si è deciso che l’Allegra facesse rotta direttamente su Mahè, sempre e solo trainata dal “Trevignon”, scortata da un altro peschereccio francese, il Talenduc, due rimorchiatori e una nave dell’Autorità  marittima delle Seychelles. A bordo i cellulari non funzionano, torneranno in uso solo quando la nave sarà  molto vicina alla terraferma, e l’angoscia di chi è rimasto a casa, aumenta con il passare di queste ore mute. C’è lo strano caso della famiglia Thomas, per esempio. Il figlio James 19 anni, ballerino, un lavoro sulla Costa Concordia, è scampato al naufragio, la sorella Rachel, 23 anni anche lei ballerina, è a bordo dell’Allegra. Il padre, Mark sembra stordito: «chi mai poteva immaginare che succedesse di nuovo?» Gli italiani sono più di 200, tra loro una coppia di Alassio, Carlo e Maria Bottiroli, albergatori. La figlia Paola spiega: «i miei non sono più giovani e stare alla deriva per tre giorni certo non li aiuta. Vorrei poter parlare con loro». Lo stesso desiderio del fratello di Angela Tortorella, barese, capo animatrice di bordo, o di Liviana, moglie di Giovan Battista Pettinelli, capotecnico. Dovranno aspettare. Per i mille della Allegra è un’altra notte, al caldo, fuori sui ponti, lontani da tutto.


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