L’ex lago più puro del mondo

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L’impresa è stata compiuta dai ricercatori russi dopo una serie di tentativi iniziati oltre quarant’anni fa a partire dalla stazione scientifica che porta lo stesso nome del lago. L’esistenza stessa del lago era stata all’inizio soltanto ipotizzata, ed è diventata certa solo di recente in virtù delle nuove tecnologie ecografiche: si tratta del più grande dei numerosi laghi subglaciali antartici, con dimensioni che lo porrebbero, se messo allo scoperto, tra i maggiori del mondo, con una superficie di 20mila chilometri quadrati e una profondità  stimata di oltre mille metri e un volume d’acqua dolce di 6-7mila chilometri cubi. 
Soprattutto, si ritiene che in esso sia stato mantenuto immutato l’ecosistema esistente venti milioni di anni fa, in condizioni analoghe a quelle che potrebbero trovarsi sotto il ghiaccio di altri pianeti e satelliti. Proprio per questo, nei mesi scorsi, la comunità  internazionale aveva manifestato preoccupazione di fronte all’idea che una sonda potesse, raggiungendo la superficie dell’acqua, alterarne le caratteristiche apportando elementi inquinanti. 
Il gruppo di scienziati dell’Istituto di San Pietroburgo che sta operando in Antartide ha quindi fermato l’anno scorso le operazioni quando la trivella era giunta a oltre tremila metri di profondità  nel ghiaccio; il cherosene impiegato come lubrificante e compensatore di pressione è stato sostituito con del freon (che secondo l’équipe scientifica non rischia di interagire con l’acqua), sono state ulteriormente perfezionate le tecnologie di trivellazione e i lavori sono infine ripresi speditamente. Il 5 febbraio alle 20,25 la trivella, a una profondità  di 3.769,2 metri, ha raggiunto l’acqua, che per la pressione è risalita nel foro di trivellazione per parecchi metri, ghiacciandosi in pochi istanti. Ora inizieranno le operazioni per portare in superficie campioni dell’acqua gelata per esaminarne il contenuto biologico.
Vari tentativi di perforazione dell’enorme strato di ghiaccio erano falliti nel corso degli anni e solo l’ultimo, avviato nel 1990, è riuscito pian piano (ci son voluti oltre vent’anni di lavoro!) a raggiungere l’obiettivo. In mezzo, enormi difficoltà  tecniche legate al clima proibitivo in superficie e al fatto che la massa di ghiaccio da perforare è «viva» e si muove in continuazione – sia pure di pochi centimetri all’anno – rendendo molto complicato creare e rendere stabile un pozzo di trivellazione del diametro di pochi centimetri, con temperature che congelano qualsiasi lubrificante e con la necessità  di riportare in superficie il ghiaccio scavato, centimetro dopo centimetro.
Il lago presenta caratteristiche interessanti e abbastanza misteriose, come un magnetismo speciale, forse legato a una particolare riduzione di spessore della crosta terrestre in corrispondenza del suo fondo, dove si troverebbe una massiccia presenza di ferro. Interessanti anche le leggende sorte intorno al lago Vostok, alcune addirittura preesistenti la sua scoperta, spesso legate alla Germania nazista. Secondo una di queste leggende, già  negli anni ’30 una spedizione segreta tedesca aveva raggiunto (non si sa come) il lago, creandovi un «santuario segreto». Nella primavera del ’45 un’ultima spedizione, con un sommergibile, avrebbe portato in questo santuario misteriosi materiali «per il futuro», tra cui materiale genetico e simili.


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