Consulenze, stipendi d’oro, immobili così i Ligresti hanno spremuto il gruppo

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MILANO – Il metodo classico utilizzato dai Ligresti per trasferire ricchezza da un piano all’altro della catena, dalle società  operative a quelle a monte, solo della famiglia, è lo scambio di terreni e contemporaneamente l’acquisto di cosa futura: così sono state ingrassate le casse di Imco-Sinergia a scapito degli azionisti delle assicurazioni (Fonsai e Milano). Ma ci sono anche partite di minore importo: ad esempio, i tre contratti (per complessivi 1,2 milioni più Iva) alla Gilli srl, per assicurare dal furto le borse (vuote) della stilista Giulia Ligresti. Il vantaggio per Fonsai? La polizza assicurativa e la campagna pubblicitaria con il logo Fondiaria-Sai. Contratti, insieme a quelli per Gilli Communication, che non sono passati al vaglio delle procedure con parti correlate perché di importi inferiori alle soglie previste, scrive il Collegio sindacale nella risposta ad Amber; però «non risulta che la società  abbia mai valutato il ricorso a soggetti terzi» per le stesse attività . Poca roba? Forse. Ma Giulia è stata anche omaggiata, una tantum, con un bonus da un milione per «l’attività  di cura delle relazioni esterne e di promozione dell’immagine del gruppo». 
Se Giulia è la parte creativa del gruppo, don Salvatore è l’ingegnere. Che per le tante attività  di consulenza immobiliare ha intascato 40 milioni in otto anni ed ha ancora un contratto in essere, da 250 mila euro l’anno fino al 2014, per «un’assistenza e consulenza di carattere generale». Il collegio sindacale scrive di non essere in grado di valutare la congruità  dei compensi, anche perché non sono state chieste fairness opinion. Ma la documentazione relativa al lavoro di consulenza «consisteva in alcuni plichi contenenti e-mail, scambi di corrispondenza in genere attestanti, tra l’altro, la partecipazione di Ligresti a incontri inerenti i vari progetti immobiliari, relazioni sugli incontri e numerose planimetrie… recanti appunti manoscritti dell’ingegnere». Complessivamente, in tre esercizi il cda di Fonsai è costato agli assicurati 52,7 milioni di euro.
Ma le partite più grosse sono legate agli immobili. Prendiamo via Fiorentini, a Roma. Milano assicurazioni vende il terreno edificabile ad una società  controllata indirettamente da Starlife (famiglia Ligresti) e contemporaneamente con un acquisto di cosa futura compra immobili per 96,2 milioni (stima di Scenari immobiliari, advisor molto presente nelle perizie del gruppo). Correva l’anno 2003 ma da allora slittano i tempi di consegna, non vengono riscosse le penali pur previste dal contratto ma i costi lievitano, tanto che al 31 dicembre 2011 la Milano aveva versato complessivamente 103,5 milioni, senza contare la richiesta di altri 35 milioni dal costruttore, che tuttavia la compagnia ha ritenuto «totalmente infondata». Le opere non sono state ancora completate ma nel frattempo l’assicurazione ha chiesto una nuova perizia a Patrigest: il valore del complesso, una volta terminato, è stato abbassato a 81,9 milioni. La denuncia di Amber prende in considerazione sette operazioni immobiliari – sempre con lo stesso schema – ma questa di via Fiorentini ha una particolarità : racchiude anche un altro filone di “allegra finanza” dei Ligresti, legato alla gestione alberghiera. La base per valutare il sito di via Fiorentini, infatti, era stata la disponibilità  di Atahotel (all’epoca ancora Starlife) di corrispondere sugli edifici realizzandi un canone annuo del 5,5%: uno schema che verrà  poi reiterato qualche anno dopo, con la vendita di Atahotel. Ovviamente, al gruppo Fonsai.


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