Marò fermati, entra in campo la Ue

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BRUXELLES — Si rischia lo scontro tra l’Unione Europea e l’Italia sul caso dei due marinai arrestati in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori locali scambiati per pirati. Oggi nel Consiglio informale dei 27 ministri degli Esteri, a Copenaghen, è atteso un chiarimento sulle diverse posizioni tra il responsabile della Farnesina, Giulio Terzi, e l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, la britannica Catherine Ashton. Da Bruxelles, su sollecitazioni da Roma, hanno avviato contatti «tuttora in corso» con il governo indiano per aiutare la diplomazia italiana. La Ashton ha fatto sapere che «se il ministro degli Esteri italiano lo chiederà , l’Alto rappresentante potrà  fare un primo bilancio della situazione». Dalla Farnesina confermano che Terzi intende sollevare il caso marò, che sta generando molte polemiche in Italia e in Europa.
La Ashton è da tempo oggetto di accuse di inadeguatezza al ruolo. Il ministro degli Esteri francese Alain Juppé l’ha attaccata alla vigilia del Consiglio scrivendole la necessità  di «migliorare il funzionamento del servizio di azione esterna e le sue articolazioni con le diplomazie degli Stati membri». Le tensioni con l’Italia sul caso marò potrebbero riaprire l’ipotesi delle dimissioni della britannica. Dalla Commissione europea hanno così usato i soliti modi informali per scaricare sul governo italiano la mancata soluzione e i ritardi nella trattativa diplomatica. Dalla Farnesina non replicano alle indiscrezioni, ma difendono il loro operato. Oggi Terzi e la Ashton dovrebbero rendere pubbliche le rispettive posizioni. L’Italia, se non soddisfatta del chiarimento, potrebbe appellarsi ai ministri chiedendo un intervento più determinato dell’Ue con l’India. Vari ministri Ue vorrebbero conoscere una ricostruzione dei fatti completa.
«L’Ue fa bene a occuparsi di questa vicenda», ha commentato il vicepresidente della Commissione Antonio Tajani, che sta facendo pressioni sul suo presidente José Manuel Barroso. Gli eurodeputati italiani del Pdl e del Pd hanno protestato chiedendo più impegno dell’Europa. Il capogruppo della Lega Nord, Francesco Speroni, ha reso noto di aver fatto inserire il caso marò nella prossima sessione a Strasburgo perché «sta creando non poche tensioni, sul piano diplomatico, tra l’Ue e il nostro Paese». L’ex ministro leghista Roberto Maroni ha criticato il governo Monti sostenendo che nel rapporto con il governo di New Delhi avrebbe fatto fare all’Italia «una figura da peracottai».


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