Sindrome di Down, la «diversità » diventa spot

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ROMA — Una mamma che coccola il suo bambino nell’atmosfera rosea e ovattata dello spot dei pannolini Pampers. Solo che il bambino, morbido e bellissimo, ha la sindrome di Down.E così la ragazza che nel filmato dell’amaro Averna beve e festeggia con gli amici, il tecnico delle auto Toyota, il ragazzo sorridente che usa la Cartasì e quello che balla per la strada nello spot del caffè Illy. Essere Down, o meglio, avere la sindrome omonima, non impedisce di avere una vita normale, perfino soddisfacente, dal lavoro alle amicizie. È questo il messaggio che l’agenzia Saatchi & Saatchi e il Coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con sindrome di Down vogliono lanciare. Lo hanno fatto lanciando una campagna promozionale in cui negli spot che il pubblico televisivo ormai conosce praticamente a memoria, alcuni dei protagonisti sono stati sostituiti da «colleghi» con la sindrome. Oltre a quelle già  citate, le aziende che hanno partecipato all’iniziativa sono Enel e Carrefour. E il giorno, quello di oggi, in cui gli spot «modificati» andranno in onda non è casuale: oggi si celebra la Giornata mondiale sulla malattia, un appuntamento che da quest’anno è stato tutelato anche da una risoluzione dell’Onu, per promuovere l’«inclusione», come amano dire i genitori e gli stessi Down, nella società . Fra le altre iniziative, uno spettacolo di Ambrogio Sparagna al Teatro Valle occupato, a Roma, «Canta che… ti passa?».«Noi sulla comunicazione sociale puntiamo da sempre, sono temi che ci interessano comunque — spiega il presidente di Saatchi & Saatchi Italia, Fabrizio Caprara —. Spero che questi spot servano davvero a superare le barriere e i pregiudizi». E aggiunge Giuseppe Caiazza, ceo dell’azienda: «A differenza di tante altre nostre campagne, questa vorremmo che fosse sottonotata. Il pubblico cioè non dovrebbe proprio accorgersi della presenza dei ragazzi Down al posto degli altri attori. Se sarà  così, avremo fatto un passo avanti verso l’integrazione. Se qualcuno dei nostri clienti ci ha detto no? Macché, sono stati tutti entusiasti di partecipare». Lo confermano i rappresentanti delle aziende coinvolte. Una per tutti, Luisa Polizzi Averna, direttore della comunicazione Averna, che spiega: «Per noi, che da sempre abbiamo nel dna i concetti di convivialità , amicizia e senso della famiglia, non poteva che essere naturale aggiungere il messaggio che le “differenze”possono integrarsi perfettamente fra loro. Non è una campagna per i Down, ma per tutti». «Siamo orgogliosi di poter far parte di un progetto di comunicazione così innovativo in cui crediamo molto, per la Giornata mondiale — rileva Sergio Silvestre, coordinatore nazionale CoorDown — e siamo grati alla Saatchi & Saatchi e a tutti i partner del progetto per il prezioso sostegno e la sensibilità  dimostrata. Sul tema dell’inclusione c’è ancora molto da fare. L’idea vincente di questa campagna è la normalità . Le persone con sindrome di Down hanno il diritto di esprimere le loro capacità  e di avere le stesse opportunità  di chiunque altro e invece troppo spesso sono considerati diversi e incapaci di condurre una vita autonoma». 
Che ci sia molto ancora da fare lo confermano anche i genitori. «Mia figlia ha 12 anni e buona parte delle elementari le ha fatte in un’aula diversa dai suoi compagni, impegnata in altre attività  â€” racconta Antonella Falugiani, dell’associazione “Trisomia 21”, di Firenze —. Nella scuola ci sono ancora difficoltà , spesso l’inclusione passa attraverso l’impegno del singolo insegnante, ma non può bastare». I tagli e la scarsità  di risorse economiche fanno il resto, ma le associazioni non si arrendono. E a volte una mano la può dare il web: su Facebook in questi giorni impazza l’evento «Stand up for Down», con la foto di Cristina Acquistapace, la prima suora cattolica laica con la sindrome di Down sul profilo di molti utenti. La protesta nasce dall’articolo di due ricercatori italiani sulla possibilità  di abortire il bambino dopo la nascita, in caso di malformazioni come la sindrome di Down.


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