Un cimitero per feti, la scelta di Renzi spacca i democratici

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«Per la sepoltura dei prodotti abortivi di presunta età  di gestazione dalle 20 alle 28 settimane di età  intrauterina e che all’ufficiale di stato civile non siano stati dichiarati come nati morti – sancisce infatti l’articolo 7 del Regolamento nazionale di polizia mortuaria – i permessi di trasporto e di seppellimento sono rilasciati dall’unità  sanitaria locale. A richiesta dei genitori, nel cimitero possono essere raccolti con la stessa procedura anche prodotti del concepimento di presunta età  inferiore alle 20 settimane».
Dunque, almeno sul piano del diritto, il nuovo regolamento comunale di polizia mortuaria, approvato dalla giunta di Matteo Renzi in sostituzione di quello del 1969, si mostra sufficientemente in sintonia con la normativa nazionale. Però sta provocando polemiche politiche. Soprattutto divide il Pd, che in Consiglio comunale dovrà  votarne l’approvazione (o meno). Compreso l’articolo 26, sul quale la consigliera democrat Tea Albini è esplicita: «Nessuno contesta il diritto di chi lo desidera di dare sepoltura ai feti mai nati. Su questo, la libertà  di scelta è insindacabile. Ma se si parla di prodotti abortivi e del concepimento e di preghiere e sepolture relativamente a questo, si vira su qualcosa d’altro che riguarda battaglie culturali, questioni morali sulla definizione di bambino e persona. E il regolamento così come è stato impostato mi pare, almeno su questo punto, in modo nemmeno troppo velato, un attacco alla legge 194».
Fin d’ora Tea Albini annuncia il suo voto contrario: «Un regolamento come questo è inaccettabile dal punto di vista del libero arbitrio. Mi auguro che la città  alzi forte la voce». Che la mossa del sindaco Matteo Renzi sia essenzialmente politica, è dimostrato dalla veloce ricerca d’archivio fatta da una critica Ornella De Zordo: «Dopo Manduria, Agrigento, Milano con Letizia Moratti e Roma con il sindaco Gianni Alemanno, Firenze è la prima città  amministrata dal centro-sinistra a veder approvata la realizzazione di un cimitero dei ‘bambini mai nati’». 
A ulteriore riprova delle reali intenzioni rottamatrici di Renzi, una politica esperta come Vittoria Franco avverte il pericolo: «Sindaco e assessori di Firenze, ripensateci – chiede la senatrice del Pd – perché questa è una provocazione verso il dramma dell’aborto e del rapporto delle singole donne con la maternità . Non dividete ulteriormente e inutilmente la città  su una questione tanto delicata, che attiene ai sentimenti e alla sofferenza». Sintetizza bene Francesca Chiavacci, consigliera comunale e presidente dell’Arci: «Non se ne sentiva proprio il bisogno».
Dalla Sel di opposizione, Tommaso Grassi anticipa: «Chiederemo l’abolizione del capoverso dell’articolo 26 che tratta appunto di ‘feti che non siano stati dichiarati come nati morti, di prodotti abortivi e di prodotti del concepimento’». Ma l’assessore Stefania Saccardi ribatte: «Il nuovo regolamento di polizia mortuaria regolamenta la prassi già  in atto di consentire alle donne che lo desiderano di poter seppellire in un’apposita area a Trespiano i feti mai nati. Ricordo che sono già  1019 le sepolture di feti avvenute dal 1996 ad oggi. Il seppellimento è previsto da una normativa nazionale, e l’aborto volontario, fatto di norma entro il novantesimo giorno, non c’entra perché in quel caso l’embrione viene aspirato e non viene riconsegnato».
Comunque sia è musica per il Pdl, che con Francesco Torselli commenta: «Un passo importantissimo verso il pieno riconoscimento del valore della vita».


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